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a cura di Paolo Pasini
Sono passati più di tre anni dal suo secondo album, un lavoro di grande successo che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e che tuttora è ancora molto ascoltato ed apprezzato. E’ tornata in questi giorni con il primo singolo del nuovo album ed in sole 24 ore dalla pubblicazione ufficiale su youtube, aveva già cinquanta milioni di click.

Ad un ritmo di un milione e quattrocentomila click all’ora ha raggiunto e superato in pochi giorni quota cento milioni. Adele Laurie Blue Adkins, più conosciuta con il solo nome di Adele, è un’artista di grande spessore. Considerata insieme a Duffy ed alla scomparsa Amy Winehouse, una delle maggiori esponenti del nuovo soul bianco, è tornata a presentare il suo nuovo lavoro discografico. E’ uscito pochi giorni fa “Hello” il primo singolo del nuovo disco intitolato “25”, nome che deriva ancora una volta dall’età nella quale ha scritto le canzoni (come nei due album precedenti: quello d’esordio “19” e quello di consacrazione “21”).

 

Non c’è tanto di nuovo da dire su Adele: è un’artista che si presenta da sola, la sua musica, le sue canzoni, la sua voce, hanno già detto tutto di lei in questi anni.
Ha venduto milioni di dischi, ha vinto un Oscar come migliore canzone per il film Skyfall ed è stata per diversi mesi in testa alle classifiche di tutto il mondo. Adele è una vera artista: scrive e canta le sue canzoni e ci racconta quello che ha da dire.

Nel primo e nel secondo album raccontava di un’Adele ferita, lasciata, tradita, che nelle sue canzoni raccontava tutta la sofferenza che viveva dentro. In “25”, il nuovo album, ci racconta una nuova Adele, un’Adele rinata non più sofferente per amore, non più ferita, ma dall’altra parte della barricata, dalla parte di chi ha bisogno, di chi cerca un sostegno. In pochi giorni dalla sua uscita, il singolo è balzato in vetta a tutte le classifiche, è fra i più ascoltati su spotify e su youtube ed è diventato trend-topic su Twitter. E’ scoppiata una vera “Adele mania”.

I suoi interessi per la musica sono nati fin dalla tenera età quando da ragazzina, sognava ascoltando le Spice Girls e le Destiny’s child. In adolescenza abbandona la musica pop e si appassiona al soul, quello nero, quello vero, e comincia ad ascoltare con passione tutti i grandi della black music in particolare Etta James ed Ella Fitzgerald. Il primo album viene prodotto da Mark Ronson, Dj produttore e scopritore di talenti (il produttore anche di Uptown Funk di Bruno Mars, ndr), ed ottiene un buon successo sia in Europa che in America.

 

Era il 2008 e questo disco consente ad Adele di vincere numerosi premi e riconoscimenti fra cui i Brit Awards. Il singolo portante dell’album era “Chasing pavements”, singolo che ebbe un ottimo consenso commerciale vendendo milioni di copie. L’affermazione di Adele però avvenne nel 2011 con il secondo album: “21”. L’uscita di questo album è stata preceduta nel 2010 dalla presentazione del singolo “Rolling in the deep”: canzone stratosferica, con una grancassa potente che scandendo il tempo come fosse il battito di un cuore, colpiva subito al primo ascolto.

Questo secondo album contiene altre bellissime canzoni: “Someone like you” oppure “Turning table” o anche “Rumor has it”.
La canzone più bella dell’album però, e probabilmente la canzone più bella di Adele, è “Set fire to the rain”, brano di una potenza unica, carico di intensità ed energia. La canzone sviluppa il tema delle delusioni amorose e racconta, con toni di accusa, del rapporto di Adele con il suo ultimo fidanzato che viene accusato dalla cantante, di averle mentito nascondendole cose importanti.

Nel Novembre del 2011 Adele è vittima di un’emorragia alle corde vocali che la costringe ad interrompere il tour americano per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico e la relativa successiva riabilitazione. Per fortuna l’intervento riesce con successo senza lasciare esiti e la voce di Adele, terminata la convalescenza, ritorna bella e potente più che mai consegnandole ben sei statuette al Grammy Award nel febbraio 2012.

Un piccolo e curioso aneddoto è legato all’album “19”: in tutte le canzoni contenute, il filo conduttore è il dolore provato dalla cantante in seguito alla rottura con il suo primo fidanzato. Quest’ultimo, visto il successo dell’album, le intentò una causa civile allo scopo di ottenere una fetta dei proventi del disco sostenendo che parte dei meriti fosse da attribuire alla sofferenza che lasciandola, le aveva “donato”. Ovviamente non vinse la causa.

Piccola “chicca” da segnalare è “lovesong” l’ultima canzone di “21”. Stupenda cover del successo dei Cure, magistralmente reinterpretata da Adele che riesce a darle una poesia unica, in particolare nella versione live alla Royal Albert Hall. Da ascoltare assolutamente.

Le doti canore di Adele sono rare: timbro caldo, ampio e potente, grande estensione di ottave ed intonazione perfetta anche dal vivo.
Non a caso appartiene alle nuove artiste del soul bianco: il suo stile di canto rispecchia le influenze del soul classico con la quale è cresciuta da ragazzina e porta avanti a pieno diritto la rappresentanza di questo storico genere musicale.

Il meglio lo esprime nelle canzoni voce e pianoforte, ma il suoi live sono un’esperienza unica, musicisti di grande qualità ed arrangiamenti superbi. Adele, come abbiamo detto, non ha bisogno di presentazioni, resta solo da aspettare che esca tutto il nuovo album per poter ascoltare nuove bellissime interpretazioni.

 

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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