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Della serie: Leonardo e Cesenatico, tutto quello che sapete è falso (o quasi)

a cura di Gianni Briganti

Gianni Briganti

Gianni Briganti

Da dove proviene allora la storiella dell’insabbiatura del porto riportata nel precedente articolo? Si può dire che prevalentemente siano frasi influenzate dalle ipotesi formulate dagli studiosi Beltrami, in merito all’insabbiamento del porto, e D’Arrigo, in merito al miglioramento dell’imbocco. Tuttavia tali ipotesi sono state confutate da più recenti studi di G.Conti e anche D.Gnola ci documenta come segue sul suo libro “Storia di Cesenatico” a pagina 52:

“Anche a Cesenatico il mare aveva –transportato l’arena ne la vena del porto et dentro al muro con grande danno-, come riferisce un testimone del tempo. La soluzione che viene qui attuata fin dal 1452 (…) è di fornire il canale di due moli che si estendano in mare (…). Il problema dell’insabbiamento si pone maggiormente in quei porti, come Cesenatico, dove il canale non coincide con lo sbocco al mare di un fiume (…). In questi casi si ricorre (…) alle pialasse, vale a dire a un sistema di vene e bacini (…). A Cesenatico i documenti attestano la presenza di numerose vene (…). Si tratta di un sistema idraulico che viene consapevolmente utilizzato anche attraverso –porte saraxinesche che se posse tenere et lassare l’aqua a voluntà- (…)”.

Siamo quindi nel 1452, sotto il dominio di Malatesta Novello (Leonardo era appena nato), e la soluzione era già alla portata della cittadina; perché attribuirla a leonardoLeonardo, oltretutto senza il ben che minimo indizio in merito? Certo, può essere che Leonardo abbia proposto adeguamenti, può essere che abbia studiato migliorie (magari tramite documentazione andata persa), può essere tutto e il contrario di tutto ma rimangono ipotesi non documentate, non desumibili dalle fonti; con questi presupposti potremmo supporre qualsiasi cosa ci proponga la fantasia. Tuttavia sarebbe quantomeno d’obbligo utilizzare il condizionale e, per correttezza verso il lettore, dichiarare come queste ipotesi non abbiano fonti dirette che le sostengano.

+++ QUI LA PUNTATA PRECEDENTE+++

Sulla stessa linea d’errore si presentano documenti web ufficiali del Comune di Cesenatico dove si legge: “Nell’estate del 1502, Leonardo da Vinci, Architecto et Ingegnero Generale di Cesare Borgia, compie un viaggio in Romagna per progettare nuove fortificazioni”; dato che il voler progettare nuove fortificazioni è una mera ipotesi il condizionale sarebbe quantomeno d’obbligo, ma derubrichiamolo in questo caso a peccato veniale. Se volessimo citare in modo documentato le volontà del Duca Valentino, non necessariamente però per mano di Leonardo, potremmo piuttosto citare il Caos di Giuliano Fantaguzzi che al foglio 66r dell’anno 1502 riporta:

“El duca a Imolla stava in festa (…). E volea fare a Cesena palazo, canale, Rota, studio, checa (zecca?), piaza in forteza, agrandare Cesena, fontana in piaza duchessa, corte a Cesena, fare el Porto Cesenatico (…)”.

Il Fantaguzzi riporta quindi come, quantomeno per Cesena (di cui Cesenatico faceva parte), il Borgia avesse si in progetto nuove costruzioni ma non fortificazioni quanto edifici d’uso civile e di corte. Unico spunto interessante per il canale è quel “fare el Porto Cesenatico”; essendo Porto Cesenatico già esistente, forse intendeva “ri-farlo” ovvero modificarlo sostanzialmente? Nel periodo a cui fa riferimento questa cronaca il Duca Valentino è a Imola quindi siamo oltre la metà di settembre, quando anche Leonardo, che è già stato a Cesenatico, molto probabilmente lo incontra e, forse, fa con lui il punto di quanto rilevato durante il suo viaggio; non lo sapremo mai, inutile provare a ricavar certezze in merito almeno sulla base delle fonti attuali.

+++LEGGI L’ARTICOLO SUCCESSIVO+++

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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