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Discovery Cesenatico

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona”

By 13 Febbraio 2016 Febbraio 14th, 2016 No Comments

La nascita di Cesenatico ai tempi dell’Inferno Dantesco – Capitolo IV

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a cura di Gianni Briganti

Gianni Briganti

Gianni Briganti

Come raccontato nell’articolo precedente (leggi qui) i Da Polenta vengono descritti da Dante come una famiglia potente, il cui capostipite è Guido il Minore, che tiene in mano saldamente sia Ravenna che Cervia e questo potere è ben saldo anche nel 1302, anno dell’assalto da parte di Bernardino Da Polenta a Cesena e al neonato Porto Cesenatico. Nonostante questo non è a loro che Dante riserva un posto di primo piano nella Divina Commedia, bensì a una Da Polenta che, se non fosse stato proprio per il Sommo Poeta, sarebbe probabilmente finita nell’oblio: Francesca, amante di Paolo Malatesta detto il Bello.

Ai fini delle vicende legate alla nascita della nostra cittadina il personaggio è in sé ininfluente ma vale la pena ricordarla con un paio di terzine dell’Inferno, dove Dante la pone col suo amante nel secondo cerchio (Canto V) tra i lussuriosi, travolti da un vento incessante che li fa girare continuamente, così come in vita si lasciarono travolgere dalla focosa passione:

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Francesca, figlia di Guido il Minore e sorella di Bernardino (uno degli assaltatori di Porto Cesenatico, come già descritto qui nel primo articolo), racconta a Dante che l’amore, che l’ha travolta tanto da non poter che ricambiare quello del suo amante Paolo (Amor, ch’a nullo amato amar perdona), la rapì grazie alla sua bellezza (mi prese del costui piacer sì forte), tanto che lei lo ama tutt’ora (che, come vedi, ancor non m’abbandona).

Francesca Da Polenta venne data in moglie nel 1275 a Giovanni Malatesta (detto Gianciotto per la sua fisionomia non propriamente appetibile) dal padre Guido, per suggellare l’alleanza tra le due potenti famiglie Romagnole dell’epoca. Tuttavia questa si innamora di suo cognato Paolo, di cui diventa amante. Scoperti da Gianciotto, vengono entrambi fatti uccidere.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense”.
Queste parole da lor ci fuor porte.

12659837_1734753546758678_1588738605_nIl loro amore li portò a morire insieme (Amor condusse noi ad una morte) ma avvertono Dante che Gianciotto, in quanto mandante del loro assassinio, è atteso (attende chi a vita ci spense) nella Caina, il primo girone del nono cerchio dell’inferno, destinato ad ospitare i traditori dei parenti (Gianciotto morirà nel 1304, a opera non ancora pubblicata); queste le parole che gli riferirono Paolo e Francesca (Queste parole da lor ci fuor porte).

Ritornando sul selciato della prima testimonianza relativa alla nascita del Porto Cesenatico terminiamo col terzo dei protagonisti dell’assalto: Uguccione Della Faggiola. Già in passato aveva combattuto al fianco dei Montefeltro. Nel 1300 diventa Capitano di Cesena ma viene cacciato nel 1301 e nel 1302, assieme a Federico Da Montefeltro, firma la pace con i Malatesta di Verucchio e i Da Polenta. L’occasione è quindi propizia nell’ottobre 1302 per vendicarsi della cacciata proprio al seguito dei Montefeltro e dei Da Polenta. Nel 1302, tra l’altro, diventa amico di Dante Alighieri. Non vi sono per lui riferimenti nella Divina Commedia, essendo morto nel 1319 e soprattutto non potendo vantare discendenza da alcuna potente famiglia.

Dopo l’interramento del porto di Cesena la comunità non si arrende. Nel giugno del 1314 cominciano i lavori di ripristino del canale e il 10 agosto del 1314 finalmente viene riaperto lo sbocco al mare. Podestà di Cesena era Guido Novello Da Polenta (mecenate di Dante Alighieri), tra l’altro appena nominato; non stupisca constatare come Guido Novello non fosse altro che il nipote di Guido il Vecchio e che Bernardino Da Polenta, colui che aveva assaltato il porto, non fosse altro che suo zio, a testimonianza dei continui capovolgimenti di fronte dei governi delle città.
Tuttavia anche il nuovo porto non avrà lunga vita, come narra una cronaca degli Annales Caesenates del 1328. Se volete scoprire cosa successe non è perdetevi l’ultima parte della serie A QUESTO LINK

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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