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Eventi e Cultura

Sanremo, colpito e affondato

By 15 Febbraio 2016 No Comments

A cura di Paolo Pasini

Schermata 02-2457434 alle 11.50.04Sanremo 2016 è finito, chiuso, archiviato. La kermesse musicale più importante d’Italia, anche per quest’anno, ha tenuto banco per tutta una settimana ed è stato detto di tutto e di più: previsioni, pronostici, scommesse, critiche, giudizi, apprezzamenti e gossip; chiacchere sui cantanti e sul presentatore, sulle vallette e sugli ospiti. Ora che è finito tutto, possiamo tirare le somme ed esprimere un giudizio.

AVVISO Quello che seguirete non è un’analisi imparziale e politically correct, è invece un giudizio strettamente personale (il mio) senza peli sulla lingua e senza censure. Se continuate a leggere, siete avvisati.

Sanremo non è più una kermesse musicale come lo è stato per i primi 50 anni, ora è diventato un teatrino trash dove gli autori, sotto le indicazioni degli autori mainstream, mettono dentro di tutto per accontentare sia Don Camillo che Peppone. Per questo motivo Sanremo non si guarda più per la musica, per le canzoni, per i contenuti artistici che ormai sono diventati cosi rari e scarsi che in 5 serate da 5 ore ciascuna, riesci a fatica a farne mezz’ora di trasmissione, ma si guarda per i luoghi comuni che trasmette e sottolinea, si guarda per sentirsi omologati e si guarda per vedere se c’è qualcuno messo peggio di noi.

12687823_1031957430198344_5382668877156084509_nGli artisti
Gli artisti di quest’anno erano un’accozzaglia di cantanti vecchi e nuovi, alcuni riciclati dal museo delle mummie come ad esempio Patty Pravo ed altri tirati fuori dal mondo dei Talent come Fragola o Scanu, artisti che a fatica, resteranno nella memoria come meteore (Celestino? Chi è celestino? Io di Celestino conoscevo il Papa Celestino V).

Non voglio entrare nel merito dei gusti personali (anche se non mi vanterei molto di essere un Fan di Rocco Hunt, se lo fossi) perché i gusti sono gusti, ma le canzoni di quest’anno erano di un livello artistico così basso, ma così basso, che a confronto la Fossa delle Marianne è un altopiano.
Da sempre il genere Sanremese è un classico Pop all’italiana, ballate con un beat decisamente lento, arrangiate con uno stile riconoscibile che per tanti anni ha caratterizzato parte della programmazione musicale italiana.

Ma quello stile non va più: è morto e stramorto! Il pop Sanremese è finito, chiuso, deceduto, morto e sepolto da almeno 10 anni.
Nulla del genere è più proponibile radiofonicamente da tanto tempo, ciò nonostante i cantanti anche quest’anno hanno proposto canzoni Sanremesi. Sembra che i loro autori si trovino insieme un mese prima a scrivere tutti e 20 i pezzi e poi li distribuiscano lanciando gli spartiti da un elicottero in volo sopra Piazza di Spagna ed i primi 20 cantanti che li prendono, sono assunti.

Non si sente nulla di nuovo da tempo e questo, dal punto di vista artistico, è veramente triste.
Saremmo passati sopra a tutto, se almeno le avessero cantate bene, ma abbiamo sentito stecche così gravi che da cantanti professionisti non sono accettabili: Arisa, Scanu e Ruggeri in primis. Senza contare poi che Morgan ha cantato sempre senza voce e con l’estensione vocale del mio criceto.

Gli ospiti
Storicamente Sanremo è famoso per gli ospiti italiani ed internazionali, già settimane prima si comincia a discutere per i loro cachet, per quanto vengono pagati con i soldi pubblici, tutto tipicamente all’italiana: polemizzando su tutto. Ma se non ci fossero stati alcuni degli ospiti quest’anno, sarebbe stato ancora più tragico.

Dividiamoli allora in due grandi gruppi: quelli “PER FORTUNA CHE C’ERANO” e quelli “MA COSA LI HA SPINTI AD ANDARCI”.
Nel primo gruppo dobbiamo citare Laura Pausini che il suo tradizionale “savoir faire” da azdora romagnola, ha saputo farsi amare dal pubblico che da 20 anni la segue e poi, dobbiamo ammetterlo, sa cantare.

Schermata 02-2457434 alle 11.55.02Sono canzoni un po’ scontate, ma lei interpreta bene lo stile del Pop italiano. Sempre in questo gruppo ci mettiamo anche Eros Ramazzotti, un altro grande della musica italiana che è riuscito negli anni (saranno pure 30 ormai?) a trovare spesso una nuova vena artistica rinnovando il suo stile di cantautore di musica leggera, ed anche lui, effettivamente, sa cantare, se non altro non stona. Un superospite internazionale da citare è stato Elton John. Al pianoforte, cantando due dei suoi più grandi successi, ha emozionato tutta la platea e gli spettatori a casa. E’ stato bravo, si vede chi ha stile, chi ha nel sangue la musica e chi ha saputo negli anni conservare la stoffa del Big.

Unica nota stonata è che Elton John non c’entrava un fico secco con Sanremo se non per il fatto che è sposato con un uomo e questi sono giorni dove si discute di matrimoni gay, quindi averlo come ospite nella vetrina più vista d’Italia, è come dire pubblicamente “Sanremo è a favore dei matrimoni gay”, alla faccia di Mario Adinolfi e Carlo Giovanardi. Sembra che questa provocazione però, sia passata quasi del tutto inosservata (strano).

Nel secondo gruppo ci mettiamo invece Elisa. Brava Elisa, brava cantante, simpatica ed umile, ma se lei è un super ospite, tremo al solo pensiero di chi avrebbero potuto chiamare se volevano solo degli “ospiti normali”. Ellie Goulding, la cantante britannica autrice della colonna sonora del film “50 sfumature di grigio” aveva la stessa valenza di una salsiccia in un pranzo vegano. E poi la bellissima e strapagata Nikole Kidman. Strarifatta per quanto è ancora gnocca, il classico ospite inutile, ma fondamentale per poter dire “a Sanremo fanno andare proprio tutti”.

Presentatori e valletti
Su Carlo Conti vorrei soprassedere, direi che non è il caso di infierire ancora di più su qualcuno che ha grossi problemi di base. Non si spiega come faccia ad essere uno dei presentatori di picco della rete pubblica, resta il fatto che è comunque meglio che non parli in inglese quando presenta (mette l’H davanti ad ogni parola, anche italiana, per trasformarle in parole inglesi un po’ come facciamo noi romagnoli mettendo la S alla fine di ogni parola per parlare in spagnolo! Uguale!).
Gabriel Garko sembrava il pupazzo Uan gestito da Carlo Conti e la valletta Madalina, romena di origine ed italiana di adozione, era veramente bella, ma se avesse avuto un po’ di baffi ed il culo grosso, di certo li non ci sarebbe stata per la sua bravura artistica.

Menzioni speciali
La partecipazione di Ezio Bosso, il pianista direttore d’orchestra ammalato di SLA è stata molto discussa. C’è stato chi l’ha apprezzata e chi invece l’ha criticata.
Dal punto di vista artistico Ezio Bosso è veramente un grande artista, non è conosciuto dal mainstream, ma nell’ambiente musicale italiano è veramente una personalità. Il problema, a mio avviso, è che a Sanremo è stato vittima involontaria del qualunquismo sanremese.

Dopo Elton John, ci voleva un’ulteriore conferma del fatto che Sanremo, e quindi gli italiani, non sono cattivi e sono invece buoni con tutti, quindi ci voleva un altro diverso (non più gay, stavolta un disabile andava bene) da mostrare in eurovisione. Chi meglio di un grande artista in carrozzina incarnava questa immagine?
Quindi Bosso sul palco di Sanremo non è stato apprezzato perchè grande musicista “e basta”, ma perché “grande artista disabile”, purtroppo.

Accompagnato sul palco da Conti che spingeva la sua carrozzina, intervistato poi stando in piedi di fianco in una maniera del tutto stonata che accentuava la sua disabilità (uno più in altro dell’altro, in un contesto di uguaglianza, stona parecchio), ha avuto modo di parlare liberamente (forse, speriamo) fino a quando non è stato invitato da Conti a suonare. Se filtriamo questa pletora di messaggi retorici e strumentale e si va oltre a questa superficiale abitudine sanremese, Enzo Bosso rimane un grande artista che sia con le sue parole che con la sua musica, ha saputo emozionare il pubblico sanremese, me compreso.

I vincitori
A me la canzone degli Stadio non piace. Ha vinto, ma a me non piace. Già sentita, già ascoltata. Sembra il primo singolo degli ultimi 3 album. Purtroppo gli Stadio non sono più gli Stadio che conosciamo, che abbiamo amato, che abbiamo ascoltato per tanti anni. Amare gli Stadio ora è come amare un’ottantenne pensando che quando aveva 20 anni era una gran gnocca. Però, guardando la rosa dei possibili vincitori nella rosa dei 20 cantanti, pensare che potevano vincere Rocco Hunt o Valerio Scanu, rende la vittoria degli Stadio una grandissima e meritata vittoria.

Riflessioni finali
Virginia Raffale merita una menzione speciale per i suoi interventi comici con i vari personaggi, ha dimostrato di avere talento e di essere una brava caratterista.
Elio e le storie tese (di cui io sono un grande fan da sempre) hanno deluso molto, hanno presentato una canzone piena di tecnicismi musicali e vocali che però ha mostrato un grande vuoto creativo, una mancanza cronica di idee. Ripresentando idee già fatte e già viste, è solo un’autocelebrazione.
Tempo fa si erano presentati travestiti da Rockets, quest’anno da Kiss, dov’è la novità?

Con la “canzone mononota” hanno dimostrato di saper suonare tutti i generi prendendo in giro tutta la musica italiana, con “Vincere l’odio” che mescola un sacco di generi musicali, cos’hanno fatto di nuovo? Dire che gli Elii non sono bravi non si può, non se lo meritano, ma dire che non mi sono piaciuti ed hanno deluso le aspettative si, si può dire, anzi è doveroso.

E Morgan? Marco Castoldi, alias Morgan, è un artista eclettico, con una grande cultura musicale ed un buon musicista.
A Sanremo però, probabilmente, c’era il gemello scemo di Morgan perché non abbiamo visto nulla di tutto quello che da un artista del suo calibro ci si aspetta.
E’ stato molto triste sentirlo cantare senza voce e senza estensione, doversi sforzare per arrivare alle note dell’armonia della sua canzone e soprattutto sentire stuprare nella serata delle cover, una stupenda canzone di Luigi Tenco. Lo possiamo definire il funerale artistico di un bravo cantante.

Il Festival di Sanremo è così. Ne più ne meno di come lo abbiamo descritto in queste righe. Alla luce dei fatti, una volta finito possiamo dire che questo Festival di Sanremo è stato un gran Festival di Sanremo, forse uno dei più belli degli ultimi anni.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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