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Arnaldo MagnaniPensate a una stella del cinema. Tom Hanks, Sharon Stone, Al Pacino, Martin Scorsese? Arnaldo Magnani li ha immortalati tutti. Ha sgomitato con gli altri paparazzi di New York a un passo dai red carpet, ha affinato i segreti del mestiere e li ha fatti propri. Una professione che ha appassionato anche suo figlio Mario che, partito come assistente del padre, è diventato uno dei tre bikearazzi della grande mela. Uno dei suoi trucchi infatti era quello di inseguire le star in bicicletta per potersi muovere sui marciapiedi e contromano per le strade della metropoli. Il risultato? Nessuno è sfuggito alla coppia di paparazzi romagnoli.

Bill Clinton, Paris Hilton, Andy Wharol, Francis Ford Coppola. Ma anche Rolling Stones, Ac/Dc, Jack Nicholson, Mickey Rourke. E poi lui, il pugile dei pugili: Mohamed Alì. E qui, come raccontato dal Resto del Carlino di Cesenatico, la storia si tinge di mito.
«Era un amico – ha raccontato Arnaldo -. Noi siamo grandi appassionati di boxe e andavamo a vedere gli allenamenti. Era dolcissimo, una persona molto semplice, nelle foto che gli ho fatto l’ho ritratto ad Harlem».

IMG_0466Mario, il figlio, ha avuto un contatto diretto con il pugile. «Era l’anno in cui Scent of a Woman ha vinto l’Oscar. Aspettando l’arrivo delle star siamo entrati dove si stava celebrando il Black Achievement Award. Io ero riuscito a entrare e avevo trovato un posto in platea. Il più atteso era Muhammad Alì e quando è arrivato ha notato che il suo posto era stato occupato. Era quello in cui mi ero seduto io. Era un campione, una persona abituata a creare situazioni per il pubblico. Così mi è venuto davanti e ha fatto la finta di caricare il colpo. Io non potevo che stare allo scherzo e allora mi sono inginocchiato chiedendo perdono, a quel punto lui ha sorriso e ha mi ha dato una pacca sulle spalle dicendomi che ero un bravo ragazzo».

L’odissea che rende unica le esperienze di Magnani & son è nata da un bisogno. «Volevo imparare l’inglese – ha spiegato Arnaldo – così a 18 anni, nel 1955, ho lasciato l’Italia per l’America. Prima sono arrivato a Toronto poi a New York city. Avevo l’istinto selvaggio; pensavo “devo trovare una camera per dormire e il resto verrà da solo”. Ho detto e fatto. In 45 anni ho cambiato una sola volta il mio IMG_0471appartamento sulla 32esima». Molte delle foto scattate alle star della grande mela ricoprono le pareti del Caffè degli artisti di Cesenatico gestito in estate dal figlio Mario.

Anche lui ne ha da raccontare. Come quando era a inizio carriera e compensava con un lavoro da cameriere in un ristorante di New York. «Una sera – racconta con un sorriso – venne Andy Warhol. Vide che alcune ragazze ballavano in un tavolo e iniziò a scattare delle polaroid sotto la loro gonna. Uno degli ospiti rimase scandalizzato e si lamentò con il proprietario. Morale della favola i due lamentoni sono stati cacciati dal locale al suon di “Lui è Andy Warhol e qui fa quello che vuole!”».

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foto Alessandro Mazza/livingcesenatico

Alessandro Mazza

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Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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