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Vendesi area ex Ecoplast, rifiuti compresi. Il cartello era a caratteri cubitali nella facciata del capannone sulla Statale Adriatica. L’area è stata recentemente dissequestrata dopo che per anni è stata sottoposta al vincolo della magistratura in quanto snodo di un’inchiesta curata dai Carabinieri sullo smaltimento di rifiuti che aveva in quell’area uno dei depositi.

Tuttora oltre quei cancelli sono stoccati quintali di gomma che rivestiva i cavi in rame e che porta con sé una sostanza tossica, lo stearato di piombo che serviva ai fili per scorrere all’interno delle guaine riducendole l’attrito. Una presenza accertata sul posto dai tecnici Arpa che hanno definito quei cumuli come «rifiuti pericolosi». Da segnalare anche in passato c’è stato anche un caso di autocombustione in quell’area.

Cumuli a un passo da uno dei canali con le capanne da pesca ben visibili anche dalla Statale.

L’inchiesta dei Carabinieri del nucleo operativo ecologico di Bologna aveva portato a un nome: Enrico Ravasio, 54enne nato a Lecco e residente a Zerbo in provincia di Pavia. Nome che spesso ritorna in articoli di giornale sempre in merito a affari poco chiari che ruotano attorno ai rifiuti.

Dopo un breve soggiorno nelle celle di Pavia si è aperta la parte giuridica dell’inchiesta che però, a distanza di anni si è conclusa con un nulla di fatto. I capi di imputazione contestati all’indagato sono caduti in prescrizione. È caduta anche l’ipotesi di associazione a delinquere che era stata contestata in prima battuta dagli investigatori.

Ad oggi la situazione è questa. La proprietà dell’area riconducibile alla famiglia Saragoni, estranea ai fatti delittuosi, si ritrova con un bene dissequestrato su cui gravano quintali di «rifiuti pericolosi». Chi li smaltisce legalmente sostenendo una spesa non indifferente?

«Siamo in mezzo a questa agonia dal 2008 – ha detto Fabrizio Saragoni della proprietà dell’area – speriamo che il nuovo sindaco capisca il disagio nostro e dei cittadini di Cesenatico. Con la nuova amministrazione ci stiamo confrontando e attendiamo che ci facciano sapere qualcosa nel prossimo mese (ottobre, ndr). Dovremmo impegnarci a spendere oltre un milione di euro per sistemare i danni causati da altri per questo abbiamo chiesto aiuto al comune».

«Abbiamo provato a mettere in vendita l’area nel caso ci fosse un imprenditore illuminato disposto a farsi carico dello smaltimento. A distanza di 9 anni il reato è andato in prescrizione e tutti gli imputati in questa faccenda sono liberi. Ci riteniamo vittime di questa situazione, abbiamo sempre pagato regolarmente l’imu e le tasse relative alla proprietà cercando sempre un confronto col comune di Cesenatico per trovare una soluzione ragionevole».

«Ora che i reati sono prescritti – conclude Saragoni – l’onere di adempiere al liberamento e alla bonifica dell’area spetta al comune e alla regione. Speriamo di poter trovare con l’amministrazione attuale una via d’uscita da questo incubo».

Il comune dovrebbe spendere oltre un milione di euro? Ecco quanto dichiarato dal sindaco Matteo Gozzoli in merito alla faccenda. «Abbiamo avuto – ha detto – un incontro in Regione nelle scorse settimane alla presenza dell’assessore Regionale a cui ha partecipato anche Arpae Emilia Romagna. In quella sede abbiamo provato a delineare i possibili percorsi previsti dalla normativa ambientale. Occorrerà fare una verifica dei luoghi per capire qualità e quantità del rifiuto in contraddittorio tra Comune e privati e a breve convocheremo i privati per fare il punto».

Ecco gli scenari futuri possibili: «Al momento – spiega il primo cittadino – le opzioni sono due: o si trova un accordo tra privato o comune oppure dovremmo fare un’ordinanza per la sistemazione dei luoghi. Nel caso in cui la proprietà non intervenga, il lavoro sarà svolto dal Comune ma poi ci rivarremo sulla proprietà. L’ipotesi di sostenere come comune tutte le spese per la bonifica è da escludere in quanto si tratta di un’area privata, la cui responsabilità ricade sui privati in primis».

Nel suo “piccolo” la vicenda è alquanto amara.

Le immagini sono state recapitate a livingcesenatico in busta chiusa priva di mittente.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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