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Dettagli riaffiorano sul caso ex Ecoplast. Nelle ultime settimane infatti è tornato alla ribalta aiutato dal fatto che l’area, posta sulla Statale, è stata messa in vendita, rifiuti compresi (LEGGI QUI L’APPROFONDIMENTO). La vicenda si dilunga dal 2008, anno di sequestro dell’area, anno nel quale fece il suo ingresso più volte anche in Palazzo comunale.

Già nel 2012 se ne discuteva a seguito della proposta formulata da Arpa che a dicembre 2008 emise un’ordinanza di bonifica e pulizia dell’area con ingiunzione ai soggetti responsabili, in solido con la proprietà. Chiedeva di «predisporre ed attuare entro venti giorni, sistemi di protezione dei rifiuti dagli eventi meteorici di tutti i cumuli e bigbags presenti nel sito e di provvedere ad idonea regimazione delle acque meteoriche ricadenti sugli stessi». Ma nessuno dei soggetti interessati dall’ordinanza ha provveduto nei termini. Lo dice una delibera comunale del 2012 e ripresa in almeno altre due negli anni successivi: 2014 e 2015.

A questo punto il Comune ha dovuto sostenere le spese in prima battuta. I lavori di messa in sicurezza dell’area vennero affidati alla ditta Albatros ambiente ecologia sicurezza di Ravenna che aveva già effettuato un analogo lavoro di messa in sicurezza presso un’area sita nel Comune di Alfonsine. I lavori, costati quasi 20mila euro (iva inclusa, 16.200 il netto) sono stati ultimati nel mese di marzo 2011, con attestazione di certificato di regolare esecuzione. Il lavoro ha portato a coperture dei cumuli con teloni (simili a quelli usati in agricoltura) tenuti fermi con corde “fissate” a pallet.

Ma a sei anni di distanza sono stati divelti con molta probabilità dal maltempo e di fatto quelli che per Arpa sono «rifiuti speciali pericolosi per la presenza di piombo» sono soggetti alle intemperie. Si possono propagare nel terreno e anche disperdere nelle vicinanze con la complicità del vento che solo pochi giorni fa ha divelto un arbusto in via Saffi (QUI L’ARTICOLO).

Sull’argomento è intervenuta la proprietà cui spetta la custodia dell’area. «Potremmo – ha detto Fabrizio Saragoni – mettere in sicurezza l’area in modo migliore da quanto fatto in precedenza dal comune coprendo in modo approssimativo con teloni, ma si tratta di soluzioni temporanee e pericolose essendo l’area molto vicina alla statale. Se un pezzo di telone si stacca per il vento e finisce in strada causando un incidente sarebbe nostra la responsabilità».

Le immagini pubblicate sono giunte in busta chiusa e prive di mittente

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