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«Non ho mai conosciuto personalmente Azeglio Vicini, a lungo commissario tecnico della Nazionale di calcio, ma come quelli della mia generazione il mio ricordo di lui è legato alle “Notti Magiche” dei Mondiali 1990. Il muro di Berlino era appena caduto, Nelson Mandela appena liberato, la Jugoslavia iniziava a dividersi e distruggersi. Era un’altra Italia, senza telefonini (arrivavano in quei giorni i primi 337 della Sip-Telecom), con Andreotti premier e Cossiga al Quirinale».

Il segretario del Pd Matteo Renzi interviene sulla scomparsa del mister (clicca qui per leggere l’articolo): «Avevo 15 anni e i Mondiali in Italia furono per noi ragazzi un’esperienza di popolo meravigliosa. Le famiglie si riunivano davanti alla Tv potendo urlare Forza Italia in pace, senza timore di buttarla in politica. I caroselli di auto festeggiavano ogni vittoria della squadra sospinta dall’esplosione improvvisa di Totò Schillaci e dalla classe infinita di Roberto Baggio. E nonostante il gol dell’argentino Caniggia al San Paolo e il sogno infranto della Coppa, gli Azzurri vennero accolti alla finale per il terzo posto di Bari con gioia e con lo striscione: “Grazie lo stesso”. Perché scrivo questo? Tributo alla nostalgia? Forse».

Ricordare Vicini per l’ex Premier significa «ricordare un calcio in cui la Nazionale regalava emozioni, persino quando perdeva. E dove il Paese sapeva riconoscere nei grandi eventi un’occasione per riscoprirsi comunità. Dove lo sport era elemento di unità nazionale, senza rancore e odio. Il calcio italiano è in crisi e per colpa di scelte scriteriate la Nazionale è fuori da Russia 2018 mentre Federazione e Lega saranno commissariate. Pensando a persone come il ct Vicini – riposi in pace – c’è solo da augurarsi che ritorni la saggezza e l’equilibrio. E che i nostri figli (che hanno oggi l’età che avevamo noi allora) possano prima o poi vivere “Notti magiche” dove lo sport torni a unire e i grandi eventi sportivi possano essere ospitati di nuovo in Italia. Perché il calcio torni a essere un modello nel mondo. Un modello nel mondo e non lo zimbello di questi mesi indecorosi».

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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