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a cura del Corsaro Nero

Più di vent’anni di storia… se ci giriamo per un attimo indietro, cosa vi manca di più adesso?

Quest’anno nel 2018 sono vent’anni esatti di Meganoidi. Non ci manca nulla del passato, noi viviamo il presente e proviamo a pianificare il futuro. Sono cambiate molte cose, nel modo di divulgare la propria musica, nell’attenzione da parte dei media, nell’attenzione dell’ascoltatore medio, ma noi facciamo semplicemente la musica che ci piace fare, senza farci troppe domande.

Il vostro genere musicale negli anni è cambiato molto, da ska-core ad alternative rock. Perché?

D’altra parte quando ci si annoia si dice sempre “è sempre la solita musica”, beh, con noi non ci si annoia. I Meganoidi sono un esempio vero e proprio di artigianato discografico, esploriamo a livello compositivo la nostra voglia di comunicare e sfociamo ogni volta in una formula che ha sfaccettature diverse. Per noi fare musica è questo e non potremmo farlo in nessun altro modo.

Qual è un vostro brano poco capito, ma che per voi vuole dire tanto?

Non saprei, abbiamo un rapporto molto stretto con il nostro
pubblico e comunichiamo con loro dal vivo ai concerti e via web, una domanda di questo genere su un nostro brano non capito, non mi è mai
arrivata, quindi deduco che li abbiano capiti tutti.

Qualche cosa di Delirio Experience….
Delirio Experience è un disco che racchiude gli aspetti dei Meganoidi che io personalmente amo di più, quali siano, lascio all’ascoltatore l’arduo compito di coglierli

I meganoidi credono ancora nella politica?
I Meganoidi credono nelle persone e nella loro voglia di miglioramento, in fondo la politica dovrebbe essere solo quello.

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