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A cura dello staff di JAZZenatico

Foto Fabio, Laura, Alessandro

Si è esibita sui palchi più prestigiosi, forte del suo rigore e della sua leggiadria. Loretta Fariselli è cresciuta in un ambiente dove la musica era di casa, ma da un’arte all’altra il passo è breve ed è così che la danza è diventata la sua vita. Traccia un ricordo della sua figura il fratello, il sassofonista Stefano Fariselli.

Com’è stato l’incontro di Loretta con la danza?
Il primo contatto è stato tramite la tv, poi ha intrapreso i primi studi di danza a Ravenna. Nella nostra casa regnava la musica, che è essa stessa movimento: da qui ha messo a fuoco la sua strada.

Come è stata accolta in famiglia la sua scelta?
Ricordo di quando andammo a vedere un suo saggio al teatro Diego Fabbri di Forlì, dopo che ci aveva comunicato che si sarebbe trasferita a Parigi a studiare danza. Volevamo capire se la scelta fosse azzardata. Quando entrò in scena… volava e ogni nostro dubbio si sciolse.

Com’è stata la sua carriera di danzatrice?
A Parigi è entrata a far parte de “Les Ballets Jazz Art”, la compagnia fondata da Matt Mattox e diretta da Raza Hammadi, della quale è poi diventata prima ballerina. Ha fatto tournée in Europa, Asia e Africa e ha perfino fatto la modella: mi capitò di vedere Parigi tappezzata di sue immagini. Sfortuna volle che si rompesse un tendine: a seguito di questo incidente tornò in Italia, ma la sua carriera continuò con collaborazioni illustri (Carla Fracci in primis) e con l’impegno nella didattica.

A Cesenatico trovò spazio la sua arte?
Era difficile vivere di danza contemporanea, perché in Italia quest’arte non aveva ancora preso piede. Loretta era fedele alla sua disciplina, aveva un rigore, una determinazione fuori dal comune e una coscienza del corpo incredibile, ma fece fatica a trovare il suo spazio e si chiuse molto. Insieme, volevamo creare a Cesenatico, in una ex colonia, un “Centro per le Arti”, dove tutte le diverse realtà artistiche potessero incontrarsi e i giovani in formazione potessero dialogare tra di loro, ma il sogno rimase sulla carta.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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