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Lo scrittore Eraldo Baldini tira le orecchie a Coliandro. La puntata è stata un boom di ascolti, quindi obiettivo raggiunto, ma solo per qualcuno? Ecco le pecche che Baldini ha notato con il giudizio della severissima corte folk romagnola.

“Stavolta – scrive su facebook il saggista – agli amici fraterni Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, a cui si deve la serie televisiva “L’ispettore Coliandro”, devo tirare un po’ le orecchie. Perché la puntata vista ieri sera, ambientata in Romagna, in particolare a Cesenatico e dintorni, ha a mio avviso sovrabbondato in luoghi comuni che sono tipici dello sguardo “bolognese” sulla Romagna, ma che sono ormai vecchiotti, e pure un tantino fastidiosi”.

“Passi per Rigosi, bolognese doc, che, come tutti coloro che vivono nelle grandi città, rischia di avere una visione del “resto del mondo” un po’ vaga e stereotipata, ma Carlo è romagnolo, anche se di confine, anche se nato a Parma e residente in quella parte di Romagna che rientra nella provincia di Bologna.

La “gnoccona” (così la definisce Coliandro) protagonista della puntata di ieri sera, riascoltatela, parla un italiano con un accento marcatissimo; accento poco romagnolo, forse emiliano o non so cosa, e così forte che non esiste, o perlomeno non si ascolta più da almeno un secolo e mezzo, soprattutto in una persona giovane”.

“Insomma, parlava esattamente come fanno tutti gli attori che sono chiamati a interpretare un accento romagnolo ma non hanno idea di come sia davvero.

Anche gli altri protagonisti “indigeni” sono in genere burini che parlano intercalando in ogni frase una infinità di “porca” qua e “porca” là, “puttana” qua e “puttana” là. Anche questo è un po’ macchiettistico. Le sole frasi pronunciate in romagnolo “vero” sono quelle che ho suggerito io a Carlo quando stava scrivendo la sceneggiatura…
Inoltre l’orchestra di liscio di cui la ragazza fa parte va a suonare alla “Sagra della pesca nettarina di Formigine””.

“Formigine è in Emilia, in provincia di Modena, mentre la Pesca Nettarina di Romagna, che viene coltivata nelle zone di Forlì, Cesena, Ravenna e Imola, è l’unica a vantare il riconoscimento europeo di Indicazione geografica protetta (Igp) all’interno dell’Unione europea; e col cavolo che in suo onore si fa una sagra in provincia di Modena”.

“Detto ciò, il Tribunale Romagnolo condanna i suddetti Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi alle seguenti pene:
1) Interdizione per anni 1 dal consumo di cappelletti, passatelli e naturalmente pesche nettarine.
2) Obbligo di frequenza di un corso di dialetto, fonetica e cultura popolare romagnoli.
3) Interdizione per anni 3 dalle spiagge romagnole. Vadano sulle spiagge site in provincia di Bologna… se ci riescono.
Conclusione: per essere riabilitati e avere il condono dalle sopraelencate pene, i signori Lucarelli Carlo e Rigosi Giampiero devono, entro le imminenti festività natalizie, consegnarmi a domicilio un abbondantissimo e sfiziosissimo cesto-regalo contenente cibarie e vini, nonché invitarmi per un minimo di 3 volte a cena, porca puttana e vigliacca della miseria! Altrimenti dalla Romagna scateniamo l’inferno”.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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