fbpx

A conclusione di controlli fiscali effettuati nei confronti di due ditte individuali con sede in San Mauro Pascoli gestite da due coniugi ed operanti nel settore delle confezioni di pelletteria, i finanzieri della Tenenza di Cesenatico hanno rilevato l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un imponibile complessivo di oltre un milione di euro ed iva per 250.000 Euro.

Anche in questo caso i titolari avevano elaborato un sistema di frode consistente nel costituire ed utilizzare le imprese, che acquisivano lavori di confezione di pelletteria per rilevanti importi a prezzi concorrenziali sul mercato, sfruttando il fatto che le stesse non versavano le imposte in quanto annotavano in contabilità fatture per operazioni inesistenti ricevute da altre imprese inesistenti cartolarmente riconducibili a soggetti di fatto irreperibili.

Semplice anche il sistema per neutralizzare gli utili: si ricorreva a documentazione “emessa” da società facenti capo a titolari irreperibili, e con sede – solo cartolare – in Lombardia (due in provincia di Milano) ed in Toscana (una in provincia di Firenze), autoprodotte dallo stesso imprenditore di Cesenatico. In ragione degli importi evasi, l’attività di polizia amministrativa consentiva – in prima battuta – di denunciare all’Autorità Giudiziaria di Forlì i due coniugi, per violazione agli artt. 2 ed 8 del D.lgs. n. 74/2000.

La conseguente attività d’indagine disposta dal Dr. Fabio Magnolo, Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura di Forlì, consentiva anche il recupero del provento della frode effettuata grazie ad un decreto di sequestro preventivo sulle disponibilità dei due indagati fino alla concorrenza di oltre 482.000 euro (pari all’Irpef ed all’IVA evasa) richiesto e concesso dal G.I.P. di Forlì, dr.ssa Monica Galassi.

In esecuzione di tale decreto le Fiamme Gialle, nella scorsa settimana, hanno pertanto provveduto a sottoporre a sequestro due autovetture (una Sharan ed un Fiat Scudo) valutati complessivamente per oltre 15.000 Euro), i saldi attivi sui conti correnti nella disponibilità degli indagati. Un particolare non è sfuggito ai finanzieri e cioè che qualche giorno prima dell’emissione del provvedimento magistratuale l’indagato ha artatamente posto in essere una fittizia cessione del Volkswagen Sharan al solo fine di evitare che lo stesso potesse essere oggetto di sequestro e/o confisca in conseguenza al concreto debito tributario di circa mezzo milione di euro derivante dall’evasione fiscale realizzata congiuntamente alla moglie; per tale motivo è stato anche deferito all’A.G. per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del D.lgs. n. 74/2000).

Il collaudato sistema di frode, oltre a causare un notevole danno alle casse erariali, è risultato essere una fonte di distorsione del mercato in quanto, l’omesso versamento delle imposte e dei contributi, ha consentito di praticare prezzi altamente concorrenziali oltre che l’arricchimento dei soggetti promotori.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply