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Si è conclusa un’attività specifica della Capitaneria di Porto che, da Ravenna a Cattolica, ha visto i militari impegnati nei controlli della filiera della pesca.

Gli accertamenti hanno puntato alla verifica della corretta indicazione sulle etichette, dei prodotti ittici esposti per la vendita e la loro tracciabilità tenendo conto che il 75% del pesce consumato all’anno pro-capite non è italiano ma importato da altri Paesi.

Nella fascia di competenza della Capitaneria di Porto di Rimini, che ha interessato la fascia costiera tra Cesenatico e Cattolica, sono stati effettuati 170 controlli comprensivi delle fasi di sbarco del pescato, centri di grande distribuzione, vettori di trasporto, piccoli rivenditori e ristorazione.

Le ispezioni hanno visto venire sanzionati 12 soggetti ai quali sono stati comminati verbali per 16.000 euro e sequestrati circa 150 kg di prodotto ittico. Tra le irregolarità riscontrate più frequentemente, il mancato rispetto della normativa comunitaria e nazionale relativa alla tracciabilità ed etichettatura del prodotto ittico, che sono state rilevate a carico di esercizi commerciali, pescherie e ristoranti.

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