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Con Giorgio Lugaresi (arrogante con le piccole testate, baciapile con i “poteri forti”) accadeva un giorno sì e l’altro pure. Ma, a quei tempi, si spigolava tra serie A e serie B e tutti potevano fare gli smargiassi. 

Adesso, però, con la gogna di un fallimento sulle spalle, il Cesena galleggia in categorie diverse e proprio per questo i “censori” della libertà di stampa fanno ancora più sorridere. 

Ma Flavio Bertozzi, giornalista “cesenologo” di Gatteo Mare, di ridere non ne ha nessuna voglia. Per lui il Cesena è una cosa seria. E così, quando la società bianconera, infastidita da alcuni suoi articoli, ha proibito ai suoi tesserati di partecipare alla sua trasmissione ‘Tifo Cesena!’ e di rilasciare interviste al sito TuttoCesena, lui ha acceso la telecamera e, con il trasporto verace tipico dei romagnoli doc, ha condiviso la sua rabbia con i tifosi.

Il video è subito diventato virale e così, dopo l’interessamento dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, una piccola storia di provincia è diventata una questione etica di una certa rilevanza. 

Flavio, che effetto le fa essere etichettato come un “giornalista non gradito” al Cesena FC?

“Sono sempre stato e sempre lo sarò un grande tifoso del Cesena, per cui questa storia mi fa doppiamente male”. 

Cosa l’ha più infastidita?

“Qui si è calpestato il sacrosanto diritto di cronaca e in una città come Cesena, dove la cultura del confronto non dovrebbe mai mancare, questo non è tollerabile”. 

Ma i suoi articoli erano davvero così scomodi?

“Assolutamente no. Qui si parla di articoli a dir poco innocui. Ho semplicemente espresso le mie opinioni e, come faccio ormai da tanti anni, l’ho fatto senza offendere nessuno e rispettando la continenza. In poche parole… ho solo fatto il giornalista”. 

Davvero il Cesena di oggi è così allergico alle critiche?

“Ci sono dirigenti troppo permalosi, non tutti per fortuna. C’è chi ammette solo il giornalismo ‘a favore’, quello geometricamente allineato ai voleri della società. Ogni forma di critica, ogni ragionamento diverso, viene interpretato con ostilità”. 

Eppure a Cesena non è la prima volta che la società calcistica mette al bando qualche penna “non gradita”…

“In effetti anche con Giorgio Lugaresi ci furono problemi. Soprattutto con il mio collega Gian PieroTravini. Alla fine, l’unico presidente che a Cesena non si è mai permesso d’ingerire nella libertà di stampa, è stato il tanto criticato Igor Campedelli. Con lui ho litigato tante volte, anche duramente ma,  devo ammetterlo, non ho mai subìto da lui atti ritorsivi”.

Adesso, però, lei è  costretto a fare una trasmissione sul Cesena senza tesserati…

“Il diesse Pelliccioni mi manca già. Anche col Presidente Patrignani mi divertivo. Dei calciatori, invece, al momento non sento affatto la mancanza. Tante volte, davanti a taccuini e telecamere, ci regalano solo banalità e concetti triti e ritriti. Mi diverto molto di più quando in studio posso ospitare un ex dirigente o ex calciatore che, senza alcun vincolo societario, può esprimere serenamente la sua opinione”. 

Lei ripete sempre: “I miei editori sono i tifosi”… come ha reagito la piazza a questo ostracismo societario?

“Con tantissimi attestati di solidarietà. I tifosi, del resto, non hanno l’anello al naso e sanno bene da che parte sta la verità…”. 

E adesso cosa accadrà in futuro? Ci sono i margini per ricucire il rapporto?

“E’ uno strappo che non ho cercato io e comunque, per carattere, non sono il tipo che chiude la porta in faccia a nessuno. Ma sia chiaro: sono loro che devono capire certe dinamiche, non io che devo uniformarmi alle loro. Il Cesena, lo ripeto, con questo folle embargo ingiustificato, ha fatto un autogol clamoroso”.

Mario Pugliese

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