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Con lei la natura è stata particolarmente generosa: cervello da Margherita Hack e fisico da velina, Virginia Angelini – a 24 anni – ha già tagliato (quasi) tutti i suoi traguardi professionali.
Dopo una laurea in Ingegneria Spaziale a Forlì con 110 e lode ed un master superato col massimo dei voti, Virginia lavora oggi all’Imperial College di Londra alla missione internazionale “Juice” che, nel 2022, manderà in orbita un satellite attorno a Giove.

In particolare, sotto l’egida dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), si sta occupando assieme ad altri ingegneri aerospaziali della costruzione del magnetometro che avrà il compito di misurare il campo magnetico del più grande pianeta del sistema solare. Uno strumento fondamentale per verificare – come si ipotizza – l’eventuale presenza di oceani d’acqua sotto la superficie di alcune lune di Giove.

Nata e cresciuta a Cesenatico (“adoro il gelato al pistacchio di Jessica ed i cappelletti in brodo dei Due Ponti”), Virginia trascorre le sue giornate tra test e laboratori, costruendo – con studio, passione e talento – un futuro professionale che già oggi si può immaginare di altissimo profilo.

Virginia, quando è sbocciata questa viscerale passione per lo spazio?
“Direi in tenerissima età. Ancora non sapevo leggere e già sfogliavo i miei primi libri sui pianeti. Il sistema solare mi ha sempre affascinato e quindi oggi ritrovarmi all’Imperial College di Londra è il classico sogno che si avvera”.
Si ricorda il suo primo telescopio?
“Me lo ricordo molto bene, anche se – oggi posso dirlo – lo utilizzavo più per spiare i vicini che per osservare le stelle”.
Poi da adolescente la scelta di frequentare il liceo scientifico a Cesenatico…
“Sì ma scelsi l’indirizzo col potenziamento in fisica. In quel momento cominciavo ad avere le idee già piuttosto chiare: volevo diventare a tutti i costi un’ingegnere aerospaziale”.
Il suo percorso di studi non è sempre stato però così lineare…
“In effetti, ricordo che al primo esame di università venni bocciata. Ci rimasi malissimo, ma quel piccolo fallimento mi fece capire che, evidentemente, non stavo facendo in pieno il mio dovere. E così, tirai fuori l’orgoglio, mi ripresentai all’esame e tornai a casa con 30 e lode sul libretto”.
Il suo pianeta preferito?
“Direi Mercurio, a cui ho dedicato anche la mia tesi di laurea. Oggi sono concentrata esclusivamente sulla missione ‘Juice’, ma mi piacerebbe un giorno tornare a studiare quel pianeta”.
Perché inviare un satellite su Giove?
“Per verificare un’ipotesi, ovvero stabilire se in alcune lune di quel pianeta vi siano oceani d’acqua sotterranei”.
E lei in che modo contribuisce a questa missione?
“Mettendo a punto un sofisticatissimo magnetometro che avrà il compito di misurare il campo magnetico del pianeta. Quei dati, infatti, potrebbero fornirci risposte molte importanti”.
Quando studia i pianeti il suo approccio è inevitabilmente quello dello scienziato. Ma, osservando l’immensità del nostro sistema solare, ogni tanto ci pensa alla dimensione ultraterrena?
“Anche scienziati molto più esperti di me, ad un certo punto delle loro ricerche, devono ammettere che non tutto può essere spiegato con un calcolo. Ci sono elementi che sfuggono ad ogni teorema e che la mente umana, per quanto evoluta, non riesce a comprendere. In quel momento pensare a Dio, o comunque ad un’entità trascendente, diventa quasi naturale”.
E allo zodiaco ci crede?
“No, le congiunture astrali non mi hanno mai convinta”.
Cosa le manca di più di Cesenatico?
“Al di là degli affetti, senza dubbio il cibo ed il clima. Ogni volta che torno a casa santifico i miei riti: la piadina, il gelato ed i cappelletti in brodo”.

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