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Lo si aspettava da giorni. E inizia con una domanda pubblicata su facebook. “Che fine ha fatto Jazzenatico?”. Questo il preludio di un lungo intervento di Fabio Nobile, direttore artistico di Jazzenatico insieme a Alessandro Fariselli.

Fabio Nobile

Fabio Nobile

“Dopo cinque edizioni, iniziate nel 2015, il festival Jazzenatico è stato cancellato dal palinsesto. Non per nostra scelta, naturalmente. Responsabile di questa decisione è l’Amministrazione comunale di Cesenatico, nella persona dell’attuale assessore alla cultura. Non è mia intenzione entrare nel merito dei nuovi indirizzi strategici inaugurati per la stagione agli inizi. Mi preme solo ricordare che, nei periodi di difficoltà per le casse comunali, Jazzenatico c’era”.

“Ci è stato affidato il compito di offrire una proposta di qualità per la città con i mezzi a disposizione. Risultato: circa 60 concerti e 300 musicisti coinvolti suddivisi tra rassegna a teatro ed eventi organizzati in collaborazione anche con gli esercenti i quali hanno scelto di unire le forze sostenendo il progetto, vedi JAZZenaticOFF. Pare di capire che la disponibilità finanziaria del Comune sia molto migliorata, dato che quest’anno al nuovo palinsesto sono stati destinati 129mila euro. Sia detto per inciso: 5 edizioni di Jazzenatico son costate meno della metà di questa somma”.

“Così a prima vista, l’eliminazione del festival dal palinsesto ha tutta l’aria di un benservito. Ma la speranza è quella di poter un domani continuare il progetto e di mantenere viva anche quella parte della tradizione cesenaticense legata al jazz e non solo”.

Il commento incassa i pareri concordi di alcuni capisaldi della musica cittadina come Bob Dusi e Chicco Capiozzo che scrive: “Sembra che il jazz sia diventata una malattia… ho saputo che qualcuno in giunta ha espresso il pensiero dicendo che a Cesenatico c’è troppo jazz… Io sono contento di essere infetto e forse anche contagioso; spero che con la stessa noncuranza si ricredano sull’operato di noi tutti. Per molti anni abbiamo portato (penso) ottima musica di livello a basso costo”.

“Tristezza” è il laconico commento di un altro importante artista della città, Gilberto Olivi a cui si aggiunge la volontà di riconoscere lo spessore dei musicisti di casa di un altro artista, Max Freschi.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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