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L’assegno unico e universale per i figli arriverà dal 1° luglio 2021. A confermarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi assicurando che da quella data, fissata dall’ultima legge di Bilancio, tutte le famiglie riceveranno 250 euro al mese per ogni figlio.

Per centrare l’obiettivo il Governo dovrà correre e attuare in tre mesi scarsi la legge delega, il cosiddetto “Ddl famiglia” che il Senato si appresta ad approvare definitivamente martedì 30 marzo. Un disegno di legge che per il Partito democratico e Italia Viva rappresenta il primo vero passo della riforma fiscale, messa in agenda dal Governo Draghi.

Assegno unico e universale

Con il via libera di Palazzo Madama al Ddl famiglia, già approvato nel luglio 2020 dalla Camera, il Governo introdurrà nel nostro ordinamento un assegno unico e universale. Ma perché unico e universale? Con “unico” si vuole intendere che il nuovo aiuto alla famiglia andrà a sostituire tutte le attuali forme di sostegno che il sistema oggi riconosce alla famiglia, dalle detrazioni Irpef per carichi familiari relative ai figli agli assegni al nucleo, dal bonus bebè a quello per la natalità o l’adozione, dal bonus mamme all’assegno per il terzo figlio.

Con il termine “universale”, invece, si vuole indicare che l’assegno ai figli sarà corrisposto ogni mese a tutti i contribuenti, siano essi lavoratori autonomi o dipendenti, capienti o incapienti. Fino ad oggi, infatti, il sostegno era una prerogativa dei lavoratori dipendenti.

Quando spetta il nuovo aiuto mensile

Il nuovo assegno, sotto forma di credito d’imposta o di denaro, sarà riconosciuto per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età e con importo maggiorato dal secondo figlio in poi.

Sarà comunque corrisposto fino al compimento del 21 anno di età ma sarà ridotto nell’importo ed erogato direttamente al figlio maggiorenne nel caso in cui questo sia iscritto all’università, svolga un tirocinio, frequenti un corso professionale, sia impegnato nel servizio civile universale, svolga un lavoro a basso reddito o sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro.

Inoltre l’assegno sarà maggiorato – secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50%, per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a ventuno anni, con importo della maggiorazione graduato secondo le classificazioni della condizione di disabilità. Per la definizione di figlio a carico occorre far riferimento al Testo unico delle imposte sui redditi dove l’articolo 12, comma 2, definisce fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a 4.000 euro, ovvero a 2.840,51 euro nel caso abbiano un’età superiore a ventiquattro anni.

 
 
 
 

Assegno compatibile con il Reddito di cittadinanza

Saranno i decreti attuativi a definire i dettagli applicativi per ottenere l’assegno secondo i principi dettati dalla legge delega che Palazzo Madama si appresta ad approvare martedì 30 marzo. E tra questi principi viene previsto che il calcolo del nuovo assegno sarà differenziato nell’ambito dell’Isee fino al suo eventuale azzeramento.

In ogni caso, l’assegno non sarà considerato per la richiesta e per il calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefici e prestazioni sociali (previsti da altre norme) in favore dei figli con disabilità. Inoltre l’assegno sarà compatibile con il Reddito di cittadinanza (e della Pensione di cittadinanza).

Nella determinazione dell’ammontare complessivo dell’assegno e del beneficio economico del Reddito di cittadinanza, comunque si dovrà tener conto della quota di quest’ultimo relativa ai componenti di minore età presenti nel nucleo familiare.

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