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Discoteche: il nodo della riapertura al 35 % fa discutere. Forti le perplessità del consigliere regionale Pompignoli “antieconomico e rischioso”

“Potremmo definirla una non ripartenza”

Così, il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, commenta la decisione del Comitato tecnico scientifico di riaprire le discoteche al chiuso solo in zona bianca, con una capienza massima del 35%, green pass obbligatorio e mascherina sempre indosso tranne che in pista.
“Capisco che la cautela sia d’obbligo e che il governo voglia procedere per gradi, con l’obiettivo di evitare situazioni fuori controllo come quelle dell’estate 2020, ma a queste condizioni la riapertura delle discoteche e dei locali da ballo in tutta Italia si prospetta davvero in salita. Chi si assume la responsabilità di queste decisioni deve essere consapevole che quello del mondo della notte è un settore molto complesso che conta, solo in Romagna, centinaia di piccole e medie aziende, migliaia di lavoratori e un indotto che spazia dal personale per la sicurezza a quello della ristorazione, dai tecnici e organizzatori delle serate fino ai semplici baristi o dj. Allo stesso tempo, e questo è forse l’elemento più importante e delicato, quello delle discoteche è un ambiente che merita rispetto al pari di tutti gli altri, e che si deve avere il coraggio di difendere e non di bistrattare. Considerato che le discoteche sono chiuse da circa 18 mesi e che tutte queste persone, sia chi ci lavora, sia chi le frequenta per divertimento, rientrano in quel 35% di capienza massima, riaprire risulta quasi antieconomico per non dire rischioso. Anche perché” – chiosa Pompignoli – “la concorrenza negli altri paesi d’Europa è spietata. In Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna è tutto aperto con restrizioni quasi inesistenti.

 
 
 
 

Non dico che si debba adottare a tutti i costi un approccio di questo tipo, che potrebbe dimostrarsi ancora eccessivo e pericoloso. La tutela della salute pubblica deve rimanere il nostro primo obiettivo ma considerato il buon andamento della campagna vaccinale e l’utilizzo del green pass, una revisione delle condizioni di apertura per le nostre aziende è d’obbligo. Diversamente, si rischia il collasso di un intero settore.”

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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