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“Non condivido l’obbligo in vigore fino al 15 giugno della mascherina Ffp2 per gli spettacoli pubblici in sale teatrali, da concerto, cinematografiche”. 

Sono parole dell’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Mauro Felicori, di ritorno dalla Francia “dove tale obbligo non c’è e si vive ormai senza divieti, salvo che nel trasporto pubblico”.

 
 
 
 

E non ne fa solo una questione di fruizione di eventi culturali. “Non sento – scrive Felicori sulle sue pagine social – solo l’urgenza di fare riprendere appieno la vita artistica italiana, già duramente provata, ma mi interrogo anche su un problema di libertà. Finché la pandemia metteva a repentaglio il sistema sanitario, quindi la sicurezza di tutti, obblighi e limitazioni per gli individui erano sacrosanti, ma ora cosa difende la legge?”

 

 
 
 
 

“Il cittadino che non vuole rischiare nulla – conclude – può usare la Fffp2 anche dove non è obbligatoria e difendersi da solo. Ma se sei obbligato a metterla è lo stato che ti difende da te stesso. Ecco, questo no, no grazie”.

 
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