Copiavano i dati delle carte di credito dei clienti che avevano soggiornato nel loro albergo. Una serie di operazioni truffaldine partite nel 2021 e interrotte lo scorso dicembre con il sequestro da parte della Guardia di Finanza di oltre 145 mila euro.
Un anno dopo ai tre indagati (genitori e figlio) sono stati sequestrati anche 8 immobili intestati ad uno dei tre, dal valore commerciale di oltre un milione di euro.
Le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un decreto del G.I.P. di Rimini, con il quale è stato disposto il sequestro, con la prospettiva di una eventuale successiva confisca, di immobili ubicati nelle province di Rimini, Ravenna, Forlì – Cesena e Pesaro – Urbino, per indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.
L’attività investigativa ha avuto origine dalle denunce sporte da cittadini residenti in varie regioni d’Italia, con le quali erano stati segnalati pagamenti anomali, effettuati tramite le loro carte di credito, dopo aver soggiornato in un hotel del Riminese.
Le indagini avevano permesso di appurare l’indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, commesso in concorso dai soggetti che avevano approfittato dei pagamenti effettuati dai clienti per copiare i dati delle carte utilizzandole, poi, indebitamente, arrivando ad eseguire ben 150 transazioni non autorizzate mediante l’utilizzo di un POS collegato al conto corrente della ditta individuale con cui gestivano l’hotel. Lo scorso dicembre il primo sequestro dei soldi rinvenuti sui conti correnti degli indagati.
Ma gli specialisti del Nucleo P.E.F. non si sono fermati e hanno eseguito nuovi accertamenti patrimoniali sul nucleo familiare, riuscendo a dimostrare la sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni 2017-2021 ed il patrimonio accumulato, costituito anche dagli immobili. E’ stato dunque proposto all’A.G. un provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca che ha quindi riguardato gli immobili che erano stati acquistati in quegli anni.