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Cielo giallo e polveri sottili schizzate alle stelle. E’ il singolare effetto delle sabbie del Sahara, volate fino alla costa romagnola insieme ai temporali a cavallo di Pasqua. Un fenomeno che, oltre a sporcare le carrozzerie della nostre auto, ha creato tanti problemi sul fronte dell’inquinamento.  

A confermarlo sono le rilevazioni di Arpae, l’agenzia ambientale dell’Emilia-Romagna, che ha registrato livelli di Pm10 “estremamente elevati” in alcune stazioni di monitoraggio della regione già da venerdi 29 marzo. 

Nelle giornate di sabato e domenica, addirittura, si é raggiunta una media di polveri sottili sulle 24 ore vicino a 200 microgrammi per metrocubo in alcune zone tra Bologna e la Romagna, comprese le vette dell’Appennino dove di norma questo addensamento di Pm10 non si verifica.

Sabato 30, ad esempio, la stazione di Villa Minozzo sull’Appennino reggiano ha fatto registrare 171 microgrammi in media sulle 24, la centralina di Castelluccio nel bolognese 168, quella di Sogliano al Rubicone (Forli-Cesena) 183 e la stazione di San Leo, sui rilievi riminesi, 178 microgrammi.

Domenica, il giorno di Pasqua, i valori hanno toccato i 129 microgrammi a Bologna, 130 a Imola, 93 a Ferrara, 114 a Ravenna, 127 a Forli, 149 a Cesena, 137 a Rimini e ancora tra 101 e 154 sul crinale appenninico tra Bologna e la Romagna.

 
 
 
 
 
 
 
 

“La perturbazione – scrivono gli esperti di Arpae – che a nord-ovest ha portato precipitazioni anche importanti, ha avuto anche l’effetto di trasportare grandi quantità di polveri sahariane, al punto tale che le concentrazioni di Pm10, soprattutto nell’area orientale e meridionale della regione, sono decuplicate rispetto a quanto osservato giovedi 28 marzo”.

Un “abbassamento significativo” delle polveri si é iniziato a osservare solo da lunedi 1 aprile ma, ad oggi, la tendenza registra un graduale miglioramento.

 
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