Mezzo secolo di vita per i Consultori familiari, una realtà cresciuta e sempre più utilizzata in Emilia-Romagna che ne conta 172 su tutto il territorio.

Nel 2024 sono state 360.588 le persone (donne, ma anche giovani, adulti e coppie) che si sono rivolte a queste strutture (erano 355.892 nel 2013), 937.618 le prestazioni, in crescita del 21% sempre rispetto al 2013, e 857.929 gli accessi (+19%).

Un compleanno speciale che la Regione ha voluto “festeggiare” con il convegno di un’intera giornata in corso di svolgimento a Bologna (Terza Torre, viale della Fiera 8), “1975-2025 I nostri primi 50 anni. I consultori familiari dell’Emilia-Romagna fra passato, presente e futuro“: l’occasione per fare il punto su quanto è stato fatto e sui progetti futuri, a cinquant’anni dalla legge 405 del 1975 che li definiva come “servizi pubblici di base”. Una risposta del servizio pubblico ai bisogni delle donne, con una specificità che li ha sempre contraddistinti almeno nella loro realizzazione in Emilia-Romagna: la capacità di ascoltare il bisogno, definire il percorso, attivare la rete, offrire le competenze necessarie per una risposta adeguata.

Per la Regione anche l’occasione per ringraziare le professioniste e i professionisti che li hanno vissuti e che li vivono oggi e per rinnovare le scelte politiche e organizzative che ne hanno fatto strutture di alto livello e che devono continuare a garantirne la qualità; inoltre, un momento di confronto sul modello dei Consultori familiari come esempio di lavoro in rete basato sulla collaborazione fra i diversi servizi (sanitario, sociale, socio-sanitario, educativo), che pone al centro la popolazione e i suoi bisogni.

Consultori//Emilia Romagna
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A portare i saluti istituzionali gli assessori Massimo Fabi (Politiche per la salute), Isabella Conti (Welfare) e Gessica Allegni (Pari opportunità).

“In Emilia-Romagna- specifica Fabi, Conti e Allegni– i Consultori sono diventati sempre più un modello per la promozione della salute e del benessere delle donne e un punto di riferimento per le famiglie, con la grande capacità che da sempre li contraddistingue di fare rete e di coinvolgere in maniera trasversale tanti servizi e tante comunità. I numeri evidenziano non solo l’utilità, ma anche il lavoro di qualità dei nostri Consultori, grazie alle professioniste e ai professionisti che vi operano e alle numerose associazioni di volontariato che svolgono una preziosissima attività di informazione, accoglienza e supporto”.

“Per la loro natura- aggiungono i tre assessori- i Consultori sono un modello, il prototipo antesignano dell’idea che caratterizza il DM77 del 2022 per le cure territoriali incentrate sulle Case di comunità, per un modello di sanità più integrato e vicino ai cittadini. La Regione ha riconosciuto da subito l’importanza di questi servizi, figli dei movimenti femminili e femministi nati come risposta del servizio pubblico per garantire i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, ma che negli anni si sono arricchiti di nuove competenze, servizi e finalità. Oggi la sanità e il welfare pubblici sono chiamati a nuove sfide, nonostante la carenza di risorse. Da qui l’impegno della Regione Emilia-Romagna per mantenere, anche con investimenti specifici, questa eccellenza che non può rischiare di essere oscurata o di perdere la propria centralità, per le donne e le famiglie”.

I numeri in Emilia-Romagna

Nati grazie alla legge 405 del 1975 come servizi pubblici di base per garantire i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, i Consultori, in Emilia-Romagna soprattutto, sono lo snodo di una rete che ha al centro la donna, in tutte le sue fasi di vita, non solo quella riproduttiva. Che si tratti di menopausa, contraccezione, violenza familiare, il consultorio è in grado di recepire il bisogno, definire il percorso, attivare la rete, offrire le competenze necessarie per una risposta adeguata alla popolazione di riferimento.

Oggi in Emilia-Romagna sono 172 i Consultori familiari48 gli Spazi Giovani39 gli Spazi Giovani Adulti 11 gli Spazi Donne Immigrate e loro bambini.

Nel 2024 in regione il 92,3% delle donne che si sono rivolte al consultorio lo hanno fatto per prevenzione oncologica e promozione della salute (47,1%), attività di ginecologia (23,4%), gravidanza, puerperio ed allattamento (11,5%) e controllo della fertilità – contraccezione (10,3%). Il restante 7,7% lo ha fatto per interruzione volontaria di gravidanza (2,8%), problematiche psicologiche-relazionali (2,2%) menopausa (0,7%), adozione/affido (0,6%) sterilità (0,4%), alimentazione (0,2%) e sessuologia (0,1%).

Poco meno di un quinto delle donne che accedono ai Consultori sono straniere.

I progetti con le scuole

Importante anche la collaborazione con le scuoleI progetti di educazione relazionale, affettiva e sessuale svolti dai servizi consultoriali (principalmente dalle operatrici/ori degli Spazi Giovani) hanno raggiunto 57.045 ragazzi/e nell’anno scolastico 2023/2024 (erano 40.650 nell’anno scolastico 2013-2014) e 8.621 adulti di riferimento come insegnanti, genitori, educatori (erano 2.888 nell’anno scolastico 2013-2014). Il numero di scuole coinvolte in questi progetti è aumentato nell’anno scolastico 2023/2024 rispetto al primo anno di rilevazione 2013/2014 in maniera significativa per le scuole primarie (da 3 a 30), di oltre il 70% nelle scuole secondarie di primo grado (da 140 a 240), del 18% per le scuole secondarie di secondo grado (licei e istituti professionali). Stabile la quota di scuole che offrono corsi professionali (attorno a 30), più che raddoppiato l’extra scuola (da 26 a 55).

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