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DISCOVERY CESENATICO

I TRE CORAGGIOSI

A cura di Gianni Briganti

Giani Briganti

Gianni Briganti

Discovery Cesenatico rivela, riportando all’attenzione dei lettori, tre personaggi importanti, per non dire in qualche caso fondamentali, per il paese di Bagnarola e la sua storia del ‘900 da cui affonda le radici gran parte del presente. Tre storie apparentemente tanto semplici e tanto diverse tra loro ma cariche di aneddoti e caratterizzate da un unico filo conduttore: il coraggio di portare avanti con energia le proprie convinzioni.

Don Ercole Fiori. Pochi sanno che la festa di Bagnarola ha una tradizione centenaria e nasce pochi anni dopo l’arrivo di un giovane e determinato prete presso l’umile oratorio di Bagnarola, allora divisa lungo la via Cesenatico tra le parrocchie di Sala, a sud, e di Cesenatico, a nord. Documenta Claudio Riva nel suo libro “Alle frontiere dell’evangelizzazione” di come fino agli inizi del 1900 i diversi disagi del luogo, nonché l’assenza di rendite, rendessero ben poco ambito il pulpito di Bagnarola. Ma l’aumento della popolazione e il progressivo allontanamento dalle funzioni religiose spinsero la curia a stanziare stabilmente un nuovo rettore. Prima di lui tutti avevano l’abitudine di limitarsi alla celebrazione delle funzioni religiose; il giovane Don Fiori, invece, aspirava a molto di più.

Don Fiori

Don Fiori

“Un terreno arido, una popolazione analfabeta, un partito forte e implacabilmente anticlericale, una zona di miseria e di violenza”: questa la descrizione che veniva fatta della frazione dove lo attendeva un misero sostentamento e una chiesa malandata. Oltre a celebrare le funzioni, che ripropose con vigore durante tutto il percorso dell’anno religioso, strinse amicizia con diversi giovani locali coi quali fondò il circolo di San Sebastiano (progenitore dell’attuale sezione locale dell’Azione Cattolica) e insieme Don Ercole Mancini favorì la nascita della cassa rurale di Macerone grazie alla quale potè anche favorire la nascita della fornace Sacchetti, sostenuta per dare un’alternativa di lavoro ai tanti agricoltori locali disoccupati. Tanto attivismo non passò inosservato né dal fronte amico, dove il vescovo Cazzani incurante della miseria del luogo si disse dispostissimo ad essere accolto anche tra i campi, né dal fronte “nemico”, dove alcuni membri dello storico circolo Repubblicano storcevano il naso.

l'oratorio di Bagnarola

l’oratorio di Bagnarola

Non eccessivamente armonioso era neppure il rapporto col marchese Almerici, per il quale lavoravano tanti coloni di Bagnarola; non vide di buon occhio Don Fiori quando ad esempio si fece avanguardia del sindacalismo cattolico durante le agitazioni agrarie e non rari furono le lamentele del marchese rivolte al Vescovo per sollecitarlo a calmare l’animo del giovane prete se non, più tardi, a richiederne velatamente l’allontanamento. Ristrutturata comunque qualche anno dopo la chiesa e la canonica, grazie all’Almerici, i nuovi locali furono di impulso per l’associazionismo cattolico e per l’ampliamento dei rapporti a livello circondariale.

Proprio nei confronti del marchese, spesso lontano da Cesena per lavoro, interveniva non di rado Don Fiori per perorare le cause dei vari lavoratori nei confronti dei suoi poco caritatevoli amministratori dei fondi. Tra le feste organizzate ogni anno, ovviamente molto più modeste delle odierne e a carattere prevalentemente religioso, c’era quella della terza domenica di Ottobre dedicata alla Beata Vergine del Carmine; venne scelta questa data in quanto i braccianti locali, oramai lontani dal periodo intenso del raccolto, avevano più tempo libero disponibile.

Finita la prima guerra mondiale l’attività di Don Fiori riprese con vigore, inaugurando anche due filodrammatiche teatrali nonché favorendo la nascita della locale sezione del Partito Popolare Italiano, sezione che rimase poi viva e attiva, unico caso tra le frazioni locali, fino all’inizio degli anni ’90 nel cosiddetto “Circolino DC”. Negli anni ’30 il Vescovo Berdini volle premiare Don Fiori proponendogli il trasferimento in una parrocchia dotata della rendita di alcuni poderi ma per risposta quest’ultimo indicò una foto dei suoi ragazzi e disse: “Eccellenza, questi sono i miei poderi”, rifiutando il trasferimento.

Cessata la seconda guerra mondiale vi fu una ripresa generale delle attività parrocchiali in particolare attorno alla necessità di riorganizzare la vita politica e favorendo la nascita della sezione locale della Democrazia Cristiana ma, a seguito di un ricovero, il 19 febbraio 1946 Don Fiori si spense all’età di 70 anni, ci cui 45 trascorsi a Bagnarola. Le sue spoglie riposano tutt’ora nell’ala sinistra della nuova chiesa locale.

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