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A quattro mesi dall’approvazione del nuovo regolamento del Teatro Comunale è tempo dei primi bilanci e delle prime verifiche rispetto alle novità introdotte. Tra i principali elementi di valutazione del Sindaco e dell’amministrazione vi è il grado di risposte che il nuovo regolamento è in grado di fornire alle associazioni del territorio.

A fondamento del nuovo testo vi è l’idea che il Teatro Comunale, inteso come edificio pubblico, è un bene della città e come tale deve poter essere a disposizione di quanti ne facciano richiesta. Il teatro è anche un edificio storico e tutelato dall’istituto dei beni culturali, e proprio in virtù del precedente regolamento, risalente al 1992, si è ragionato per una modalità di utilizzo che tenesse conto delle richieste e necessità che sono negli anni via via aumentate.

L’analisi fatta quindi, nasce dalle mutate esigenze di quanti ne usufruiscono, sempre in un ottica di collaborazione e disponibilità che questa Amministrazione come pure gli uffici preposti hanno dimostrato.

«Abbiamo volutamente atteso, nel dare risposte – risponde il Sindaco Gozzoli – a quanti preventivamente avevano dimostrato contrarietà, perchè un regolamento nuovo ha bisogno di tempo per valutarne la sua applicazione pratica». Di seguito i numeri che l’attività teatrale in ambito di utilizzo esterno ha prodotto da settembre 2016 a giugno 2017 (tenendo conto che da qui a giugno saranno possibili nuovi inserimenti) confrontati con le richieste dello stesso periodo dello scorso anno.

Le richieste pervenute sono 40, a fronte di 38 dello scorsa stagione, ma il dato interessante è che i titoli degli spettacoli proposti sono 41 a fronte di 38 dello stesso periodo 2015/2016. Oltre alle maggiori richieste sono andati in scena maggiori titoli; il risultato è un’offerta di spettacoli superiore alle stesse domande fatte con un utilizzo inferiore di giornate.

«Tutto è migliorabile – conclude il Sindaco – dai primi numeri legati al teatro emerge il fatto che il teatro è aperto alla città, alle associazioni di volontariato, alle associazioni culturali, alle scuole di teatro, ai laboratori scolastici ma lo è anche più in generale, nei confronti di quanti lavorano in ambito teatrale/artistico, anche provenienti da città a noi vicine come Cesena e Ravenna, che hanno scelto Cesenatico come spazio culturale per presentare i loro lavori».

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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