Dopo nove mesi di attesa è arrivato il deposito delle sentenze da parte della Commissione Tributaria Provinciale di Forlì, con la quale viene accolto il ricorso presentato da Eni rispetto al pagamento dell’Imu per gli anni 2014-2015. La cifra ammonta a 3,800 milioni di euro che con ogni probabilità il Comune di Cesenatico dovrà restituire al colosso degli idrocarburi. L’udienza si era svolta lo scorso 23 ottobre 2017 in Commissione Tributaria di Forlì, dopo che Eni aveva avanzato ricorso agli avvisi di accertamento emessi dal Comune di Cesenatico.

Era andata in modo diverso per le precedenti annualità 2012 e 2013 (circa 3,800 milioni) che erano state versate da Eni senza alcun ricorso nel 2017, mentre per le annualità Ici 2010-2011 la società petrolifera aveva ritirato il ricorso alla vigilia dell’udienza, versando nelle casse del Comune 2,600 milioni a metà 2017. Quindi tre riscossioni da parte del Comune con un diverso e «schizofrenico» atteggiamento di Eni.

In particolare la Commissione Tributaria ha rilevato che «in merito ai temi che il ricorso pone si è formato un orientamento della giurisprudenza di legittimità abbastanza consolidato, ma come si dirà non del tutto condivisibile».

«Da questa affermazione la Commissione ricostruisce la propria personale visione sull’obbligo di procedere o meno con l’accatastamento delle piattaforme petrolifere – interviene il sindaco Matteo Gozzoli – Così con un tratto di penna viene sconfessato il principio giurisprudenziale con cui la Corte di Cassazione aveva definito chiaramente l’imponibilità di tutti i fabbricati siti nel territorio dello Stato comprese le costruzioni sospese o galleggiamenti “stabilmente assicurate al suolo”».

«Si è trattato – continua il primo cittadino – di una doccia fredda, un completo ribaltamento della giurisprudenza. Numerose sentenze della Cassazione avevano preso un indirizzo consolidato, ma inspiegabilmente la motivazione della Commissione provinciale si è basata su una risoluzione del MEF del 1° giugno 2016 che di fatto affermava la non accatastabilità delle piattaforme. Ora ci prepariamo per il ricorso in Commissione tributaria regionale, anche se i tempi non saranno brevi. Inoltre presenteremo a Eni anche gli accertamenti per le annualità Imu 2016-2017 che ammonteranno circa alla cifra di 3,800 milioni».

Vista l’importanza della materia la Giunta ha intenzione di portare avanti sia la battaglia legale, ma anche politica. «Coinvolgeremo tutte le forze politiche in consiglio comunale per approvare un ordine del giorno da sottoporre al Governo, al parlamento e alla Regione», conclude il sindaco.

«L’aver condotto fin qui un’azione di governo prudente e di rigore, anche attraverso la costituzione di un fondo specifico a copertura integrale di tale entrata, nonostante qualcuno ci tacciasse di essere privi di coraggio e suggerisse una politica avventuriera, oggi ci mette nelle condizioni di gestire questo momento delicato non mettendo a repentaglio gli equilibri del bilancio comunale, anche se potrebbero arrivare ripercussioni negative sulla gestione della cassa, nel caso dovessimo restituire le somme, ciò infatti potrebbe pesare in negativo gli aspetti connessi al cosiddetto pareggio di bilancio (ex patto di stabilità) peggioreranno così le condizioni in termini di una minor capacità di investimento da parte dell’Ente», conclude l’assessore al bilancio Roberto Amaducci. In particolare la Giunta aveva programmato interventi in opere pubbliche, nel caso in quei 3,800 milioni fossero rimasti nelle casse comunali.

Le casse del Comune, nel caso venissero versati a Eni i 3,800 milioni di euro, andrebbero a zero, ma «va anche considerato che quando siamo arrivati al governo di questa città il debito era di 7 milioni di euro che siamo riusciti a ripianare anche grazie ai primi due versamenti di Eni (Ici 2010-2011 e 2012-2013) che ammontavano a 6,400 milioni di euro», specifica l’assessore.

 

 

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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