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Si chiama Cleo Fariselli, è nata a Cesenatico e – per il ciclo “nemo propheta in patria” – è una delle scultrici italiane più famose e quotate del momento. Cleo viene da un paese di mare e dunque il filo conduttore della sua arte non poteva che essere l’acqua. E così, la sua prossima mostra – in programma il 6 aprile a Milano – si intitolerà proprio “Hydria”.
“Mi capita spesso di sognare l’acqua – spiega – a volte come un mare calmo, una pioggia imminente, un fiume impetuoso, un lago oscuro e così via. Negli anni ho imparato a interpretare il suo aspetto mutevole come spia dei movimenti più profondi del mio mondo interiore ed è sempre stato per me oggetto di ispirazione, riflessione e di auto-analisi”.
Cleo Fariselli: "Così trasformo l'acqua in sculture" (cleo fariselli artista)
Cleo Fariselli realizza sculture in ceramica con la tecnica giapponese del Raku. Una tecnica che ricalca parti anatomiche dell’artista che paiono oggetti fuori dal tempo, in bilico tra l’umano e il naturale: “Le opere – svela Cleo – nascono dalla suggestione dei volumi del mio corpo immaginati come ambienti vuoti, nei quali aggirarmi, o strumenti di visione, nei quali perdersi con l’occhio”.

Cleo Fariselli nasce a Cesenatico nel 1982, vive e lavora a Torino. Dopo studi di teatro si laurea all’Accademia di Brera nel 2007, completando la sua formazione con artisti internazionali del calibro di Jimmie Durham, Liliana Moro, Rirkrit Tiravanija e The Otholit Group. Il suo percorso artistico negli ultimi anni è andato focalizzandosi sulla scultura, con un taglio eclettico e sperimentale che combina concettualità a una dimensione esperienziale. Le sue opere sono state esposte a Palazzo Reale di Milano, alla Biennale di Praga, al Museo Pecci di Prato e a Palazzo Fortuny nel 2017 per la grande mostra Intuition a cura di Axel Vervoordt. Nel 2018/19 torna a Palazzo Fortuny per la grande collettiva FutuRuins, a cura di Daniela Ferretti e Dimitri Ozerkov con Dario Dalla Lana.

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