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Lo scorso 27 aprile, all’hotel Senio di Riolo Terme, è stato presentato ufficialmente a stampa, atleti e aziende sponsor la decima edizione del Rally di Romagna – Gyproc Saint Gobain, dal 2010 una delle gare ciclistiche più spettacolari del calendario Mtb.
Alla consolle organizzativa, fin dal suo atto di nascita, il Romagna Bike Grandi Eventi, un esercito di impagabili volontari presieduto da Stefano Quarneti che – in una sala gremita – ha ricordato la vera mission della manifestazione: “Sul piano tecnico – ha detto – la rassegna è cresciuta parecchio in questi ultimi anni così come il livello dei partecipanti, ma per noi il Rally di Romagna resta sempre una grande festa popolare all’insegna del divertimento e dell’aggregazione”.
Una finalità pienamente condivisa dal sindaco di Riolo Terme Alfonso Nicolardi che, dopo aver parlato della rassegna ciclistica come di una “importante risorsa per tutto il territorio”, ha ringraziato il Romagna Bike Grandi Eventi “per l’impegno profuso in questi dieci anni”, sottolineando le “potenzialità turistiche di un evento capace, in questi anni, di creare dal nulla un nuovo filone della vacanza riolese”. Un concetto ribadito anche dall’organizzatore Davide De Palma che ha ricordato l’anima internazionale della manifestazione (“oltre il 60% degli iscritti – ha detto – proviene dall’estero”) ed il grande impatto che il Rally ha, da sempre, sul segmento dell’ospitalità riolese: “Lo scorso anno – ha ricordato – tra atleti, staff, familiari ed accompagnatori sono state contabilizzate poco meno di 3000 presenze in una sola settimana”.

Tra le novità dell’edizione del decennale il villaggio aperto anche di sera con la collaborazione della locale Pro Loco, il nuovo impegno sul fronte della sicurezza (implementata con un medico in più) e la rinnovata sinergia con l’associazione Duchenne Parent Project, la onlus costituita nel 1996 da un gruppo di genitori di bambini affetti da Distrofia Muscolare Duchenne e Becker.
Presenti all’ouverture il direttore di Gyproc Saint Gobain Giampiero Proli, che ha “ribadito l’importanza di un binomio che proseguirà per tanti anni”, Gilberto Bianchini (Coop Reno) che si è soffermato, in particolare, sull’aspetto solidaristico della kermesse e Sergio Pironi (delegato locale Acsi), che ha sottolineato il “significativo trend di crescita del movimento romagnolo della mountain-bike”, complimentandosi con gli organizzatori “per l’ottimo lavoro svolto in questi anni”.
Al termine della presentazione ufficiale Stefano Quarneti e Davide De Palma hanno voluto rendere omaggio ai volontari più fedeli, ringraziandoli pubblicamente con un piccolo cadeau.
Ad attendere i concorrenti – la maggior parte dei quali, come detto, provenienti dall’estero – cinque tappe, 250 chilometri di tracciato con 7000 metri di dislivello. Si parte, come detto, il 30 maggio con il prologo pomeridiano di 23 chilometri e 550 metri di dislivello. Un “antipasto” veloce che, negli intendimenti degli organizzatori, non dovrebbe lasciare tracce importanti sulla classifica ma che, nella realtà – come insegnano le ultime edizioni – fornirà indicazioni tecniche già molto credibili.
Il giorno dopo, si parte in mattinata (ore 9) su un tracciato spettacolare di 46 chilometri e 1600 metri di dislivello con partenza e arrivo dalla località termale. E il terzo giorno si alza ancora il chilometraggio (60) ed i metri di dislivello (1800), in attesa della “tappa regina” di 82 chilometri che, con ogni probabilità, deciderà questa edizione del Rally di Romagna. In caso di distacchi non particolarmente elevati, potrebbe però diventare molto più di una “sfilata finale” la tappa conclusiva del 3 giugno che – su un tracciato di 40 km e 1100 metri di dislivello – decreterà i successori dei tedeschi Felix Fritzsch e Cemile Trommer, trionfatori dell’ultima edizione.

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