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La stagione estiva 2019, si sa, è partita con un handicap: la mancanza endemica di personale nelle strutture turistiche.
E a fine giugno sono ancora tanti gli alberghi, i ristoranti ed i bar che cercano camerieri, lavapentole, personale di cucina, animatori e tuttofare. Una carenza preoccupante che riporta le lancette del nostro turismo indietro di dieci anni, quando le donne romagnole si tolsero il grembiule e solo l’arrivo delle immigrate dell’est permise a tante strutture ricettive di continuare regolarmente a fare turismo.

Ma l’onda della Perestrojka, pian pian, si sta attenuando e oggi neppure i flussi degli immigrati riescono ormai a soddisfare totalmente l’offerta di lavoro stagionale di cui la Riviera necessita.
Per questo i lavoratori sono diventati merce rara, manodopera preziosa da contendersi con mezzi non sempre leciti.
Molti albergatori, infatti, soprattutto tra Gatteo Mare e Villamarina, lamentano un fenomeno nuovo, ovvero la presenza di enigmatici “mediatori” che si rivolgono al personale già assunto nelle varie strutture convincendoli, con laute mance da 2-300 euro a licenziarsi, con la promessa di offrire, già all’indomani, una nuova occupazione a condizioni contrattuali migliori.
E così, in questa prima parte di stagione, tanti albergatori hanno dovuto fronteggiare il licenziamento in massa di molti dipendenti che, benché avessero firmato un regolare contratto, hanno preferito incassare l’extra e guadagnare qualcosa in più.
Vista la scarsità di manodopera, dunque, il mondo del lavoro sta diventando una sorta di calcio-mercato con tanto di “procuratori” ed intermediari che, probabilmente assoldati da qualche agenzia interinale, corteggiano i dipendenti già assunti e li rimettono sul mercato. Una situazione che ha spiazzato tanti operatori turistici, ponendoli di fronte ad un fenomeno nuovo e, fino a ieri, del tutto sconosciuto in Romagna.

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