di Sabina Magalotti
Il 25 aprile, oltre che l’anniversario della Liberazione, è stata la giornata internazionale “stop 5g”. Ed anche Cesenatico, sempre sensibile al problema dell’inquinamento elettromagnetico, ha risposto con partecipazione.
Nel mirino la nuova linea super-veloce per la telefonia mobile che, come noto, è al centro di alcuni studi epidemiologici per verificarne gli eventuali effetti nocivi sulla salute umana.
In altri periodi, vi avremmo raccontato di un corteo in piazza ma, nei giorni del lockdown, anche questa protesta si è svolta via social o, al massimo, dai balconi.
Si sono visti bambini con la mascherina ed il volantino “Lo permetteresti questo?”, anziani mostrare cartelloni contro la “quinta generazione”, in via de Amicis da un terrazzo era ben visibile il lenzuolo “Liberiamoci dal 5g”, così come le borsine della campagna di sensibilizzazione sono state avvistate nella pineta di Zadina, attaccate a cancelli di case e condomini ed anche sui giochi per bambini. Qualcuno ha semplicemente postato la sua foto su facebook, altri hanno improvvisato un vero e proprio flash-mob sui terrazzi.
Si tratta del secondo appuntamento dell’anno, il primo era andato in scena lo scorso 25 gennaio 2020 e, anche in quel caso, erano stati tanti i romagnoli a manifestare.
Organizzato dal comitato “Tecnologie sostenibile-Stop 5 G Romagna” con sede a Forlì, il gruppo – molto attivo sui social – conta già più di 200 iscritti (in Italia gli attivisti sono oltre 25mila).
Per capirne di più, abbiamo intervistato uno degli organizzatori dell’evento, la psicologa Elisabetta Saviotti, responsabile di zona del comitato “Tecnologie sostenibili-Stop5 G Romagna” ed anche amministratrice del gruppo Facebook Stop5 Italia.
Come ha risposto la gente alla manifestazione del 25 aprile?
“Ci sono arrivate tantissime foto e qualche video da Rimini, Riccione, Forlì, Longiano, Cesena, Valle del Savio, Ravenna e Cesenatico. Insomma, ancora una volta, la Romagna ha risposto con grande partecipazione, dimostrando di essere molto sensibile al problema”.
A che punto è la vostra battaglia?
“Sono due anni che mi prodigo per fare informazione e sensibilizzare le persone che non sapevano neanche che cosa fosse il 5g. Paradossalmente, in questo periodo in cui la gente è stata a casa, c’è stato più tempo per informarsi e, infatti, il gruppo Facebook ultimamente ha registrato un aumento considerevole di contatti. Si è visto anche dalla grande partecipazione all’evento del 25 aprile”.
Che cosa chiedete?
“Noi non siamo contro la tecnologia, ma diciamo stop al 5g. Lo chiamano anche ‘internet delle cose’, ciò significa che sarà tutto connesso: frigo, forno, citofono, tutto insomma passerà dalla connessione wi-fi. Ci saranno addirittura le auto che potranno andare su strada senza autista. Questo comporterà un aumento considerevole di antenne e praticamente saremo irradiati h24 da onde elettromagnetiche che noi non vediamo, ma che ci sono”.
Già, ma cosa dicono gli ultimi studi scientifici?
“Alcuni hanno già appurato che le onde elettromagnetiche indeboliscono il sistema immunitario quindi con una connessione no-stop ci si può immaginare le conseguenze. Noi, con questo gesto, vogliamo anche ribadire il nostro ‘no’ secco al far-west di antenne e Wi-Fi in ogni città romagnola ed opporci ad una scuola sempre più digitalizzata. Inoltre, al di là del tema prioritario della salute pubblica, siamo contro tutte le applicazioni e le tecnologie che tentano di privarci della nostra privacy”.
In questi giorni qualcuno ha parlato anche di una correlazione tra il Covid 19 e il 5g…
“Sinceramente mi pare una forzatura. Il Covid 19 non è una conseguenza del 5g, l’inquinamento elettromagnetico (anche 4g, Wi-Fi e anche le basse frequenze dovute ad esempio agli elettrodotti), indebolendo il nostro sistema immunitario, possono rendere l’essere umano più esposto alle malattie, ma una relazione diretta con il coronavirus mi pare sinceramente un’ipotesi senza alcuna evidenza scientifica”.
Info www.stop5gromagna.home.blog