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Prima era un’ipotesi, adesso quasi una certezza: se un villeggiante quest’estate dovesse ammalarsi e risultare positivo al Covid-19 l’albergo che lo ospita non chiuderà per quarantena.

È quanto previsto dai protocolli sul turismo stilati dall’Emilia Romagna e recapitati sul tavolo di Governo, ministero della Salute e Comitato tecnico scientifico.

Il turista eventualmente positivo – come ha spiegato nei giorni scorsi Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo in Emilia-Romagna – sarà preso in carico dal sistema sanitario e sarà instradato verso un percorso di terapia. Allo stesso tempo saranno ovviamente individuate le persone con cui è entrato in contatto. Se per queste sarà disposta la quarantena, la faranno ma non in albergo. Dunque, la struttura ricettiva non sarà chiusa per quarantena e gli ospiti che non hanno avuto contatti col positivo potranno proseguire la loro vacanza.

Unico provvedimento, la “sanificazione” supplementare della struttura che però non chiuderà. Quanto al ruolo di albergatore o gestore dello stabilimento, non ci saranno responsabilità purché abbiano messo in pratica tutte le misure necessarie per la sicurezza di operatori e ospiti.

Dai protocolli emerge anche qualche altro punto interessante. Ad esempio, il plexiglass probabilmente ci sarà, ma come elemento divisorio alla reception in albergo tra il personale e il cliente. Saranno agevolate procedure online per il check-in in hotel, saranno installati dispenser di igienizzante all’ingresso di spazi comuni come ristoranti e sale tv e verrà prevista una pulizia più frequente delle superfici (come i pulsanti negli ascensori) che più persone saranno costrette a toccare. Al ristorante a uno stesso tavolo siederanno i nuclei familiari, che soggiornano insieme, ma i tavoli saranno distanziati l’uno dall’altro. Nessun plexiglass tra un coperto e l’altro. Divisori di questo tipo non dovrebbero essere all’ordine del giorno nemmeno in spiaggia, dove la soluzione saranno meno ombrelloni e più distanziati.

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