E’ una delle poche buone notizie di questa crisi pandemica: il costo della benzina mai così basso da dodici anni a questa parte. Peccato che, in questi due mesi – complice il lockdown – il bisogno di carburante sia stato molto limitato, tanto che si parla di un crollo dei consumi ad aprile che supera il 60%.
In realtà, stando al crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali (29 dollari al barile), il prezzo alla pompa in Italia sarebbe dovuto essere ancora più basso ma, come sempre, sulla tariffa finale pesano i costi fissi delle accise.
In ogni caso, questo è il momento per fare rifornimento. Il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è sceso a 1,373 euro al litro, mentre quello del gasolio è di circa 1,260 euro/litro. Con il segno in giù anche i prezzi medi praticati dei carburanti in modalità servito: la benzina a 1,525 euro/litro, il prezzo medio del diesel è di 1,414 euro/litro e, infine, il Gpl va da 0,583 a 0,606 (no logo 0,579).
Il crollo del prezzo del petrolio (non accadeva dal 2008) all’inizio di marzo è stato causato principalmente dalla guerra dei prezzi fra l’Arabia Saudita e la Russia, ma anche dal panico generalizzato sulle Borse Mondiali causato dall’emergenza Covid.
Basta notizie propagandistiche
I produttori di petrolio hanno pagato per portarlo via
I prezzi non si sono abbassati
Speculazioni dei governi tassatori
Speculazione dei petrolieri
Sfruttamento dei territori produttivi
Il prezzo è quasi tutto dovuto a imposte