Il dibattimento, va precisato, è ancora tutto da discutere, dunque è prematuro parlare di “sentenza che farà giurisprudenza”. Intanto, però, nel dedalo dei contenziosi tra affittuari e locatari in epoca di lockdown, un primo orientamento giuridico da oggi c’è.

La questione riguarda un albergatore riminese che, costretto a chiudere l’hotel per colpa dell’emergenza Covid, ha chiesto al proprietario dell’immobile uno sconto. Quest’ultimo si è rifiutato e così, mancando del tutto i presupposti per un accordo bonario, il casus belli è finito davanti al giudice di Rimini. Che, almeno in prima istanza, ha dato ragione all’affittuario.

La sentenza del Tribunale civile di Rimini è il frutto di un’azione legale chiesta d’urgenza dall’avvocato Massimiliano Angelini, difensore dell’albergatore riminese che gestisce un importante albergo sul lungomare di Marina Centro. Il contratto di locazione prevedeva come garanzia assegni bancari post-datati per un totale di 100.000 euro. Con l’inizio della pandemia, però, l’albergatore è stato costretto a chiudere l’attività e dunque ha chiesto al locatario uno sconto sull’affitto del 50%.

Dopo aver esaminato il ricorso e ascoltato la controparte, il giudice ha bloccato la possibilità di incasso di tutti gli assegni consegnati in garanzia (compreso il deposito cauzionale), rimandando al prossimo mese una valutazione più approfondita della questione.

Tutto per ora è stato rinviato fino al prossimo 5 giugno, giorno in cui è stata fissata la discussione dell’udienza.

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