C’è una differenza non solo forense tra ferite provocate da un coltello e ferite provocate da cocci di vetro (come qualcuno ha detto e scritto). In quest’ultimo caso la vicenda, per quanto grave, andrebbe un tantino ridimensionata perché cancellerebbe, se non altro, la folle premeditazione del gesto. Il problema è che, sabato sera in piazza Costa, come hanno riferito a Living tutti i giovani ascoltati come testimoni oculari del fatto, le lame sono spuntate davvero.
E, in attesa dei riscontri delle telecamere di sorveglianza, il racconto coincidente di tanti ragazzi (anche se non manca, per la verità, qualche voce discordante), rappresenta per questa redazione un elemento probatorio abbastanza certo.
Il particolare non può essere considerato un “dettaglio marginale” perché le risse fra bande di giovani a Cesenatico (come sanno bene tanti genitori di ragazzini 2001-2002-2003) ci sono sempre state, ma se i contendenti hanno i coltelli in tasca, la situazione cambia. E non di poco.
Ora, non tutti ancora se ne sono accorti ma, nel dietro le quinte di questa città, tra le tenebre dei giardini al mare, c’è un gruppo di adolescenti di Cesenatico che vive un po’ troppo borderline. E non è tanto lo spinello o la vodka ad alimentare qualche preoccupazione, quanto l’insorgere di un’antica coscienza tribale che tante volte le cronache nazionali hanno chiamato “branco”. Un gruppo di giovani, animato da un codice primitivo e da uno sconclusionato “senso di appartenenza” che, nelle logiche degli ultras e nel sacro vincolo del campanilismo più gretto, spesso si scontra con bande di coetanei provenienti da Gambettola, da Cesena e da Bellaria. Giovani non ancora abbastanza adulti per essere considerati dei veri teppisti, ma purtroppo non abbastanza piccoli per essere presi per le orecchie.
La maxi-rissa di sabato sera in piazza Costa non c’entra nulla con queste bande, ma non c’è dubbio che il ricorso alle botte e all’uso sbrigativo della violenza sia figlia di una sotto-cultura giovanile a cui questa città purtroppo non è estranea. E finché ci si prende a cazzotti, per quanto triste, è un conto, ma se nella contesa spuntano anche i coltelli, allora – oltre a preoccuparsi del decoro urbano – forse vale la pena pensarci un po’ su.