“Non si può curare un raffreddore con la chemio”. All’indomani della nuova ordinanza anti-alcol, si leva compatta la protesta dei gestori di locali, pub e street-bar di Cesenatico. La misura adottata dal sindaco Gozzoli dopo la maxi-rissa di sabato sera in piazza Costa (vendita vietata di bevande alcoliche e analcoliche per l’asporto dalle 21 alle 7) viene considerata “esagerata” e, soprattutto, avulsa dal vero problema “perché i ragazzi che si ubriacano – dicono – la bottiglia di vodka a 10 euro non la comprano certo nei nostri locali”.

L’indice dei gestori punta deciso verso il mini-market di piazza Costa (precisiamo che non si fa riferimento, in alcun modo, al minimarket Sativa’s di Andrea Ricci) , quello che “ogni fine settimana fa affari d’oro vendendo superalcolici ai ragazzi”. Ora – precisato che vendere Guinness e Grey Goose ai giovani (a patto che siano maggiorenni) non è affatto un reato – quel punto vendita di bevande, in effetti, è sempre stato uno snodo critico dello sballo giovanile perché è vicino alla piazza e, soprattutto, consente di farsi una birra ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello dei locali del centro. Impedire a quel market di vendere superalcolici dopo le 21 vuol dire dunque togliere a molti giovani la possibilità di bere la sera. Perché la maggior parte di loro ha in tasca 10 euro e, con quella cifra, al massimo, negli street-bar ti fai un Mojito: “Il problema – insistono i gestori dei locali – è che, in questo modo, ci siamo andati di mezzo tutti e quell’ordinanza è proprio quello che non ci voleva dopo tre mesi di lockdown a reddito zero”.

In realtà, va precisato, che l’ordinanza non è stata presa unicamente come atto di reazione alla rissa di sabato sera, ma piuttosto come deterrente contro gli assembramenti in molti locali del centro: “La stagione estiva – si legge infatti nella nota diramata dall’amministrazione – è appena iniziata ed è importante che il Comune si impegni a mettere in atto alcuni provvedimenti che possano limitare i rischi per la sanità pubblica, evitando di esporre le persone alla potenziale trasmissione del virus Covid-19. Le occasioni continue di assembramenti e l’impossibilità oggettiva di assicurare in ogni contesto il rispetto della distanza sociale di almeno un metro tra le persone hanno portato l’Amministrazione Comunale a prendere questa decisione valida fino a nuova comunicazione”. Dunque, a giudicare dalla motivazione ufficiale, l’ordinanza è stata modulata non per prevenire episodi di violenza come quello di sabato, ma per risolvere soprattutto i problemi legati al mancato rispetto delle distanza sociali, come hanno documentato nell’ultimo weekend gli agenti della Polizia Municipale.

Molti gestori lamentano però la lentezza delle pratiche legate all’iniziativa “Cesenatico XL”: “Molti di noi – protestano – hanno presentato tutte le richieste, ma dal Comune ancora non ci hanno rilasciato le autorizzazioni”. Ieri il sindaco Gozzoli ha precisato che “l’ordinanza non ha una scadenza” e che, dunque, per il momento, non si parla di retromarcia: “Ma in questo modo non si riparte più – concludono i gestori – perché, tra distanze sociali e divieti, fare impresa in questa città sta diventando troppo difficile”.

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