“C’è nessuno che vuole venire a fare la cameriera di sala da noi? Siamo brava gente e referenziata…”. Questo l’annuncio pubblicato da un’albergatrice di Cesenatico che ha scelto uno stile tra l’ironico e il provocatorio per riuscire a trovare quella cameriera di sala che cerca – invano – da almeno un mese. Un lavoro stagionale come tanti: 1500 euro al mese con regolare contratto almeno fino a metà settembre, la possibilità di percepire la disoccupazione, vitto e alloggio incluso.
Si tratta di uno dei tantissimi annunci che, in questi giorni, si trovano sui social. Perché, in un’estate ancora indecifrabile, una delle criticità più assurde è proprio la mancanza endemica di personale.
Nei giorni scorsi, ad esempio, il Bar “Noi” – annunciando la sua riapertura – ha precisato che il taglio del nastro, in programma il 17 luglio, sarà subordinato alla ricerca di personale visto che, ad oggi, trovare bariste sembra un’impresa titanica.
Ma come mai, quest’anno più che in passato, è diventato così difficile trovare camerieri, sotto-cuochi, lavapiatti e baristi? Il problema è che, a causa dell’emergenza pandemica, tanti lavoratori dell’Est sono rimasti in patria e con la sola manodopera locale tutti i nodi sono venuti impietosamente al pettine.
Inoltre, dall’ufficio locale di collocamento – protestano molti albergatori – ormai da settimane non arriva più alcuna indicazione. Ma la verità è che questi lavori sono ormai considerati troppo umili e faticosi e i giovani romagnoli – piaccia o no – non sono più disposti a fare la “stagione”.