Chi ha stampato, senza autorizzazione, le mascherine con il simbolo di Pantani? Se lo chiede mamma Tonina che, nei giorni scorsi, ha pubblicato un post nel quale – senza citare nessuno – impreca con toni minacciosi contro i “ladri d’immagine”.

“Come ti sei permesso – scrive – di produrre le mascherine con la foto di mio figlio? Ho rinunciato io stesso a farle fare da una ditta perché non mi piaceva l’idea della mascherina per tappargli la bocca”.

Non è dunque solo una questione di diritti d’immagine (“anche se – ricorda mamma Tonina – chiunque usi l’immagine di Marco è tenuto a versare un contributo per finanziare le iniziative benefiche della nostra fondazione”), ma è soprattutto un problema di “articolo”, visto che la mascherina posata sulla bocca ha un significato metaforico che, nella triste epopea del Pirata, non può essere ignorata.

Mamma Tonina, come detto, non fa nomi, anche se parla di una ditta forlivese che le ha realizzate per smerciarle, poi, sottobanco in qualche edicola. In ogni caso, fermo l’appello della mamma di Marco: “Non compratele assolutamente e, se qualcuno ve le offre in vendita, avvertitemi immediatamente”.

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