E con i sigilli alle discoteche, in questo ultimo scorcio d’estate, cresce anche a Cesenatico il rischio delle feste abusive.
Reclamizzate nelle chat whatsapp, dove solo all’ultimo momento viene indicato il luogo esatto del ritrovo, sono veri e propri “rave” fuorilegge spesso organizzati da giovani intraprendenti ma, a volte, allestiti anche con l’appoggio logistico di qualche piccolo imprenditore della notte che – bloccato dal nuovo lockdown – deve smaltire i fusti di birra e le cassette di alcol rimaste nel magazzino.
A Cesenatico i luoghi deputati sono quelli delle frazioni di campagna, spesso ville o casolari, che consentono di accogliere minimo un centinaio di giovani. Si tratta, a tutti gli effetti, di feste a pagamento, dove l’alcol è free, la musica a tutto decibel e dove, soprattutto, ci si può divertire senza l’assillo delle distanze sociali e ballare anche senza mascherina.
Insomma, chi pensava che sarebbero bastati i provvedimenti del Governo per arginare la voglia di aggregazione dei giovani si sbagliava di grosso. Del resto, già nel giugno scorso, la sezione romagnola del Silb (il Sindacato Italiano Locali da Ballo) aveva denunciato l’organizzazione di tante feste abusive in riviera e nell’hinterland e, anche un paio di giorni fa, dopo la nuova stretta del Governo, i gestori dei locali avevano messo in guardia sul rischio della proliferazione dei party illegali.
Il particolare, il presidente nazionale del Silb, Maurizio Pasca, aveva dichiarato all’Ansa: “L’ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l’abusivismo. Siamo già in possesso di centinaia di video di feste abusive in ville che sfuggono a ogni controllo”. In un filmato, riferisca Pasca, ci sono giovani che si dichiarano positivi al nuovo coronavirus.