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Nell’ambito di una complessa ed articolata attività di polizia giudiziaria, diretta dalla Procura della Repubblica di Forlì, la Compagnia della Guardia di Finanza di Cesena ha disarticolato un ramificato e strutturato sodalizio criminale dedito alla commissione di una pluralità di reati di natura economico-finanziaria e fallimentari. L’indagine ha impegnato le fiamme gialle per due anni.
In totale, le società coinvolte nel meccanismo fraudolento sono risultate essere 33, prevalentemente dislocate nella provincia di Forlì-Cesena ma presenti anche in altre Regioni italiane e in Slovenia; complessivamente, sono state deferite all’Autorità Giudiziaria 29 persone fisiche. Si tratta per lo più di imprenditori e professionisti; a tirare le fila della rete era proprio un commercialista.

I settori toccati dalla finanza sono disparati ma i principali sono quelli dell’edilizia, della rottamazione del ferro e delle vendite d’auto con l’estero (soprattutto auto tedesche). La frode Carosello prevede una truffa per non pagare l’Iva sfruttando il libero commercio tra paesi appartenenti della Ue. A beneficiarne è l’impresa all’ultimo tratto della filiera che ottiene beni da piazzare sul mercato senza pagare l’Iva. Ciò avviene tramite società intestate a prestanome per far perdere le tracce dei reali beneficiari.

 
 
 
 

Attesa la gravità dei reati commessi e il pericolo di recidiva delle condotte da parte dei soggetti coinvolti, taluni dei quali già gravati da precedenti penali specifici, il Gip di Forlì ha emesso un’ordinanza contenente misure restrittive della libertà personale, eseguite dai militari delle Fiamme Gialle. Complessivamente tre soggetti sono stati associati alla Casa Circondariale della zona, per due sono stati disposti gli arresti domiciliari e sette sono stati colpiti da provvedimenti interdittivi che non consentiranno loro l’esercizio di imprese o uffici direttivi di persone giuridiche per 12 mesi.

Al fine di recuperare gli illeciti profitti accumulati dagli indagati nonché quanto dovuto ancora nei confronti dell’Erario, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni o valori per un importo complessivo pari a circa 6,5 milioni di euro.
Nello specifico l’attività di indagine ha permesso di appurare che il sodalizio ha commesso diversi illeciti di rilevanza penal-tributaria (emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazioni fiscali fraudolente, indebite compensazioni di crediti d’imposta inesistenti, distruzione di contabilità e omessi versamenti di imposte) nonché altri gravi illeciti legati alle procedure fallimentari che hanno interessato alcune delle società coinvolte nell’indagine (bancarotta semplice e fraudolenta).

Le frodi, sono state realizzate attraverso l’utilizzo di società “cartiere”, interposte tra soggetti esteri e soggetti nazionali, e prestanome dietro cui si nascondevano i veri beneficiari dei proventi delittuosi. L’intervento effettuato dai militari dipendenti dal Comando Provinciale di Forlì testimonia il costante impegno svolto dal Corpo nell’azione di contrasto alle forme più perniciose di frodi fiscali che costituiscono inquinamento dell’economia in danno di soggetti economici sani.

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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