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Ci sono persone a cui capitano cose fantastiche. Come se quelle foto d’epoca racchiuse in un vecchio album di famiglia non aspettassero altro che Federica Muccioli, in pieno lockdown, le riportasse in luce. Per raccontare una giovane vita bruscamente spezzata nel fiore dei propri anni. Venti per la precisione. Sono due i protagonisti di un racconto lungo 60 anni che può iniziare così:

Dino Ricci foto di Federica Muccioli

C’era una volta e c’è ancora un album di foto di famiglia. Quelle in bianco e nero, un po’ ingiallite e piene di fascino. A “rispolverarlo” è Federica, giovane studentessa cesenate del Dams che per un esame ha riscoperto un album di famiglia. Sfogliandolo ha scoperto una fetta della propria terra e delle proprie radici. Tra una pagina e l’altra la sua attenzione è caduta su Dino. Un bel ragazzo che nonostante gli anni della seconda guerra mondiale viveva la vita di un ragazzo di 20 anni. Allora come ora. Gioia e spensieratezza, il bisogno di coniugare gli impegni di studio con la sua passione. Quella per il pallone. Una passione così forte che il padre doveva spostarsi in bici da Cesenatico a Cesena per controllare che non trascurasse i libri per la sfera a scacchi.

Le foto che ha trovato Federica danno volto e forma ai racconti d’infanzia della nonna, lontana parente della matrigna di Dino: Marcella Casadei di Cesenatico come il figlio. Tutti abbiamo ascoltato affascinati i vecchi racconti di gioventù dei nostri anziani; storie, che come spesso accade, ci raccontano una fetta di società che sembra lontana anni luce quando invece si tratta solo di qualche decina di anni.

 
 
 
 

“In quelle foto ho scoperto la vita di Dino Ricci – spiega Federica con un mix di emozione e eccitazione – mi hanno impressionato perché nelle foto traspariva la sana gioia di vivere di un ragazzo appena più giovane di me. Ho carpito la sua personalità da quelle immagini e mi ha incuriosito anche perché usava scrivere pensieri e parole a macchina nel retro delle fotografie”.

Dino Ricci foto di Federica Muccioli

“Quando mi guardi pensami. Quando mi pensi guardami, tuo amico Dino Ricci”. Federica si è chiesta a chi fosse indirizzata questa curiosa e sibillina missiva, ma forse non ha importanza quanto il resto. “Forse quelle foto avevano bisogno di essere raccontate” ha spiegato Federica che poi non può fare altro che svelare cosa è successo a Dino. Come nei migliori romanzi noir di Ammaniti la storia svolta a metà racconto e le pieghe che prende sono imprevedibili anche se il finale, purtroppo, è in agguato di facili prede.

La vita di Dino è stata spezzata il 18 agosto del 1944. Aveva 20 anni. A strappare quella giovane vita è stato l’odio nazifascista con la complicità di una spia che ha rivelato la cosa dove il gruppo di giovani votati alla resistenza stava aspettando una staffetta partigiana. Dino è una delle vittime di Ponte Ruffio. È stato giustiziato poco lontano da quelle quattro mura e il suo corpo lasciato come monito all’aperto, per giorni, sotto il sole. A raccontare l’accaduto consegnandolo alla storia è stato Gino Gusella miracolosamente scampato alla fucilazione.

L’unico tratto scontato di questa Storia è la sua pubblicazione: il 25 aprile. Ma il messaggio che Federica ci ha aiutato a portare a conoscenza si chiama Memoria. E magari aiuta a dare maggiore valore a quelle lapidi a ricordo delle atrocità del passato. Tutti i giorni.

Tutte le foto sono di Federica Muccioli. Si ringrazia Federica e Michela Mazzoli per aver reso possibile questo servizio.

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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