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Biblioteca Malatestiana, un gradito ritorno. Tornano a casa i due manoscritti di Galeno e Ovidio che lo scorso autunno erano stati richiesti alla Biblioteca Malatestiana dall’Accademia Nazionale dei Lincei nell’ambito della mostra “La biblioteca di Dante”, inaugurata venerdì 8 ottobre e conclusa sabato 15 gennaio. Si tratta del Malatestiano D XXV 1, contenente le opere di Galeno e risalente al tredicesimo secondo, e del Malatestiano S I 5, con alcune opere di Ovidio, databile tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo.

 
 
 
 

Il primo, che descrive la medicina a Bologna ai tempi di Dante, presenta richiami orizzontali a destra del margine inferiore, talvolta decorati, e una scrittura gotica libraria di Giovanni da Parma, copista del codice. L’esemplare è caratterizzato da un apparato decorativo di origine bolognese e costituisce parte di un unicum che comprendeva anche l’attuale ms. Malatestiana D XXIII 1; entrambi i tomi appartennero a Giovanni di Marco da Rimini, medico di Malatesta Novello, e alla mano di questo erudito sono attribuibili numerosi marginalia autografi disseminati nei due volumi.

Il secondo manoscritto, Ovidio, presenta una scrittura minuscola di due mani e illustrazioni delle Metamorfosi. Al suo interno infatti sono raccolte alcune opere di Ovidio. Al foglio 122r si leggono alcune note grammaticali e una nota di vendita parzialmente erasa databili intorno al XVesimo secolo. Inoltre, il frontespizio a penna testimonia che il codice fu donato alla Malatestiana dal medico Niccolò II Masini tra il 1587 ed il 1601. Sui margini sono presenti numerose note organizzate, degli stessi copisti, relative ai personaggi mitologici e altre di mani di lettori successivi.

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Alessandro Mazza

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