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Il parco eolico al largo della costa romagnola rischia di diventare un muro se non la pietra tombale per la pesca delle città romagnole. Per come è stato pensato si traduce in oltre circa 800 kmq di mare interdetto alla pesca. Una superficie che supera di ben due volte la vastità del lago di Garda. «Il discorso non è eolico sì, eolico no. Il discorso è eolico come». Questa la perfetta sintesi di Mario Drudi della Coop. Casa del pescatore che snocciola i nodi della matassa. Ne emerge il lato oscuro di una delle maxi opere all’italiana.

“Riguardo il progetto che prevede la realizzazione del Parco elolico Romagna 1 – Romagna 2, non si può non riconoscerne l’importanza strategica ed il contributo che l’impianto garantirà sulla via della transiozione ecologica per la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili.
Fatte queste premesse mi preme tuttavia evidenziare che l’iter che ha portato alla definizione del progetto, purtroppo già in fase molto avanzata, è stato condizionato pesantemente dall’emergenza energetica che stiamo vivendo e per questa ragione si caratterizza per la scarsa lucidità e l’assoluta disattenzione ai cosiddetti “effetti collaterali “causati dall’impianto”.

Il discorso non è eolico sì, eolico no. Il discorso è eolico come

Mario Drudi - Coop. casa del pescatore

“Leggendo la relazione tecnica sulla valutazione dei rischi della navigazione marittima predisposta da Agnes, il primo elemento che emerge è che la superficie di mare che sarà occupata da Romagna 1-2 è pari a 387 km2 sui i quali la società proponente richiede venga applicato il divieto di pesca con i sistemi di traino (strascico e volante), in quanto gli elettrodotti non saranno interrati alla profodità di almeno due metri, compatibile con lo svolgimento di tali attività. Va aggiunto che Agnes ritiene che anche il tratto di mare compreso fra i campi eolici Romagna 1 e Romagna 2 debba essere interdetto alla pesca a strascico e volante in quanto attraversato anch’esso da elettrodotti, ragion percui la superficie complesiva sottratta alla pesca supererà abbondantemente i 400 km2, a cui occorre aggiungere uno spazio analogo che sarà occupato dal Parco eolico previsto al largo di Rimini”.

La Regione non ha minimamente considerato la pesca

Mario Drudi - Coop. casa del pescatore

“È evidente che queste occupazioni, che si aggiungono alle non poche già esistenti, di fatto rischiano di decretare la morte professionale ed economica di un mestiere che con l’indotto garantisce tantissimi posti di lavoro e assicura un prodotto di straordinaria qualità che da sempre qualifica e caratterizza la ristorazione di eccellenza dei comuni costieri e non solo.
Sorprende come queste ricadute negative di grande rilevanza economica e sociale non siano state minimanente considerate in fase di costruzione del progetto da parte della Regione Emilia Romagna, come del resto desta stupore che alla società proponente non sia stato imposto l’interramento degli elettrodotti ad almeno due metri di profondità, per limitare le conseguenze devastanti per la pesca che la realizzazione fatta nel modo annunciato provocherà.
Infine non sono secondarie le preoccupazioni per un peggioramento della sicurezza della navigazione nelle acque trafficatissime della nostra regione, che inevitabilmente la realizzazione di questi ulteriori ostacoli fissi (75 aerogeneratori), determinerà”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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