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Nel 2023 in Emilia-Romagna sono stati denunciati 91 infortuni mortali sul lavoro.

I dati sono provvisori e in aumento rispetto agli 88 infortuni che risultavano denunciati nel 2022 (quando poi il computo salì a 103 nel conteggio definitivo).

Il 56% degli infortuni fatali riguarda lavoratori over 50 e dieci vittime avevano più di 65 anni. I settori più colpiti sono le costruzioni (18 morti), l’agricoltura (15), il trasporto e magazzinaggio (15) e il commercio all’ingrosso (otto). Guardando al quinquennio 2018-2022, sono morte sul lavoro 616 persone: dieci al mese.

Sono alcuni dei numeri del rapporto dell’Osservatorio permanente sugli infortuni e le malattie professionali in Emilia-Romagna, a cura della Cgil Emilia-Romagna. Dal report emerge come le denunce per infortunio nel 2023 siano state 210 al giorno, 76.687 in tutto l’anno. Si registra un lieve calo (-5,5%) rispetto al 2022. Le denunce di malattie professionali salgono a 6.516, +14,3%.

Il rapporto è stato presentato ieri a Bologna, all’assemblea regionale degli Rls e degli Rlst. All’iniziativa hanno preso parte anche Antonio Zoina (direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro), l’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla e il segretario regionale della Cgil Massimo Bussandri. Zoina ha sottolineato come risultino assegnati 58 nuovi ispettori agli ispettorati della regione, che si aggiungono ai soli sette presenti in precedenza. “Sono già operativi dall’inizio dell’anno 2024 per cui si prevede per quest’anno un significativo incremento degli accertamenti”, l’auspicio di Zoina.

 
 
 
 
 
 
 
 

Massimo Bussandri ha ricordato le richieste del sindacato: “Formazione obbligatoria dal primo giorno di lavoro, prevenzione e cultura della sicurezza, controlli e repressione di ogni violazione di quanto previsto da norme e contratti, trasferire agli appalti privati i diritti e le tutele previste per gli appalti pubblici, ripristinare la parità di trattamento tra dipendenti diretti e in appalto, eliminare il subappalto a cascata, istituire la patente a punti per tutti gli appalti pubblici, rafforzare gli organismi ispettivi portandoli al livello richiesto dall’Ue”.

 
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