L’azione del Coapi, il coordinamento agricoltori e pescatori italiani, non si è fermato con la manifestazione di Cesenatico. In quell’occasione decine di trattori (e un’ape) si sono messi in mostra per richiamare l’attenzione sui problemi dei due comparti. E sul fatto che senza i frutti dell’agricoltura, dell’ortofrutta e del mare il mondo, con ogni probabilità, è da scongiurare.
Nei giorni scorsi il Coapi ha pubblicato sul proprio sito una nuova iniziativa. Si tratta di una raccolta firme per dar voce ad una lettera indirizzata al Presidente Mattarella ed alle altre cariche dello Stato.
Ne riportiamo uno stralcio. È possibile visionare il testo completo e firmare anche online a questo sito.
Ricordiamo che il referente nazionale del Coapi per il settore pesca è Nevio Torresi di Cesenatico.

[…] Sono le aziende produttive quelle che pagano il prezzo della crisi. In venti anni ha chiuso il 50% delle aziende della pesca e agricole. […] La chiusura delle aziende e l’abbandono delle aree coltivate comporta automaticamente la perdita dei posti di lavoro. […] In Italia su cento euro spesi dal consumatore per l’acquisto di prodotti agricoli freschi, meno di venti euro remunerano il valore aggiunto degli agricoltori, ai quali, sottratti gli ammortamenti e i salari, restano circa 7 euro contro i circa 19 euro del macro settore del commercio e trasporto. Per i prodotti trasformati, l’utile si riduce a 1,5 euro contro i 13,1 del commercio e trasporto.