Legambiente interviene sul progetto presentato al Comune di Cesenatico da parte della società Falkesteiner, che riguarda la zona delle colonie di Ponente.
“Le coste italiane rappresentano un vulnerabile punto d’approdo per le conseguenze del riscaldamento globale. Questi territori, suscettibili all’innalzamento del livello del mare e ai cambiamenti climatici, hanno visto la propria biodiversità ed economia fortemente influenzate dall’insediamento umano a partire dal ventesimo secolo. La costa è un ambiente prezioso e delicato che viene costantemente minacciato dalle attività antropiche. L’interazione tra ecologia ed economia è complessa; tuttavia, la gestione delle coste è avvenuta in modo frammentario, con decisioni a breve termine che spesso privilegiano interessi economici a discapito della sostenibilità ambientale – spiegano da Legambiente – Nonostante l’importanza della spiaggia come bene naturale e pubblico, negli ultimi decenni si è assistito a un progressivo arretramento della linea di costa; oltre il 50% dei litorali risulta in erosione. Le misure adottate per contrastare l’erosione sono state spesso superficiali, limitandosi a interventi come ripascimenti e costruzione di scogliere. I governi, invece di implementare piani di gestione sostenibile, si sono concentrati sulle necessità immediate dei turisti, continuando a ripristinare le spiagge per la stagione estiva senza affrontare le cause profonde dell’erosione. Questa mancanza di lungimiranza è evidente nella difesa delle coste, dove i progetti di sviluppo non considerano l’impatto a lungo termine sull’ambiente costiero”.

“Un’altra causa dell’erosione è il surriscaldamento globale, che provoca lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. Inoltre, la cementificazione delle coste ha ridotto l’apporto naturale di sedimenti dai fiumi e ha contribuito alla subsidenza del suolo, esacerbando la vulnerabilità delle aree costiere. Le dune costiere, una volta barriere naturali fondamentali contro l’erosione, sono state distrutte per fare spazio a costruzioni turistiche. Nonostante i segnali evidenti del cambiamento climatico la risposta politica è stata insufficiente; le preoccupazioni ambientali non sembrano influire significativamente sul consenso elettorale. Come è noto – dichiara Francesco Occhipinti presidente di Legambiente Forlì Cesena – la città delle colonie di Ponente, che oggi conta circa 40 colonie censite, è stata individuata dai piani regionali, provinciali e comunali e concordiamo sul fatto che la rigenerazione di quella parte della città di Cesenatico sia necessaria ma su ben altri presupposti. I segnali del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e l’approccio di chi amministra un Comune, o ha l’ambizione di farlo, non dovrebbe ragionare con politiche a breve termine ma dovrebbe prevalere una pianificazione olistica e sostenibile. Senza una volontà politica decisa e responsabile, le nostre coste rischiano di subire ulteriori danni irreparabili, creando un panorama desolante per le future generazioni. In futuro auspico un maggior confronto fra gli imprenditori e l’amministrazione affinché i prossimi progetti portino soluzioni vantaggiose per la città, per la sicurezza ed il rispetto dell’ambiente, al momento questo progetto si configura come una canonica speculazione edilizia”.