La Regione Emilia-Romagna conferma anche quest’anno il proprio impegno a favore dei pazienti provenienti da Paesi extra Ue, consentendo loro di accedere a prestazioni sanitarie di alta specialità.

Prendersi così cura, soprattutto dei più piccoli, affetti da patologie anche gravi.

La Giunta ha infatti approvato il “Programma assistenziale per prestazioni sanitarie di alta specialità a favore di cittadini stranieri provenienti da Paesi extra Ue”, mettendo 800.000 euro a disposizione delle Aziende Usl del territorio, che per conseguire gli obiettivi possono aggiungere risorse proprie.

Sono oltre 2.200, dal 2001, le persone curate in Emilia-Romagna grazie a questo Programma, delle qualipiù di 1.600 under 14. Nel 2024 sono stati presi in carico 63 casi di cui ben 48 minori di 14 anni. Gli interventi hanno riguardato per lo più persone affette da patologie importanti nell’ambito della cardiopatia, della chirurgia pediatrica, dell’ematologia oncologica e dell’ortopedia. Albania, Zimbabwe, Marocco, Saharawi, Kosovo e Senegal i Paesi di provenienza più frequentemente interessati.

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Il Programma di assistenza sanitaria

I territori che possono accedere al Programma, come previsto dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 63/2022, sono: Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Kosovo, Serbia, Burundi, Burkina Faso, Camerun, Costa D’Avorio, Kenya, Etiopia, Mozambico, Senegal, Tunisia, Marocco, Campi profughi saharawi in Algeria e Territori liberati del Sahara Occidentale, Territori Autonomia Palestinese, Libano, Bielorussia, Ucraina, Brasile. Inoltre, in un’ottica di sviluppo sostenibile e tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030, oltre che delle relazioni consolidate tra le Aziende sanitarie emiliano-romagnole e alcuni Paesi dell’Africa, a questi si aggiungono anche lo Zambia, lo Zimbabwe e l’Eritrea.

Il Programma prevede interventi di alta specialità, soprattutto a favore di pazienti in età pediatrica, che non possono essere erogati nei Paesi di provenienza.

Non sono inclusi, invece, i trapianti di organi – per la complessità e la durata del percorso assistenziale, oltre che le modalità di eventuale attesa del paziente per l’organo e del periodo, piuttosto lungo, di follow up post-trapianto – e le cure per i disturbi neurologici/comportamentali, che richiedono una presa in carico multi professionale e interdisciplinare, oltre a valutazioni ripetute nel tempo.

 

 
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