Il cambiamento climatico sta ridefinendo i rischi ambientali e sociali in molte aree del nostro Paese, imponendo una crescente attenzione non solo agli effetti immediati dei fenomeni meteorologici estremi, ma anche alle conseguenze economiche che questi eventi generano sul lungo periodo.

Come riportato anche dall’ultimo rapporto diffuso da Legambiente, nel 2024 l’Italia è stata colpita da 351 eventi meteo estremi, circa sei volte in più rispetto al 2015 (+485 %). La regione più martoriata è stata proprio l’Emilia-Romagna, con 52 episodi estremi tra allagamenti, esondazioni, trombe d’aria, grandinate e siccità. Tra le province, spiccano Bologna, che da sola ha registrato 17 eventi, e Ravenna, colpita 13 volte.

Si tratta di numeri ormai fuori dalla soglia dell’eccezione: non stiamo parlando di episodi isolati, ma di una nuova normalità climatica che si ripercuote in modo tangibile sulla vita dei cittadini e sulla sicurezza dei territori.

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Un territorio fragile e poco preparato: criticità e carenze strutturali

L’Emilia-Romagna è una delle aree più fragili d’Italia sotto il profilo idrogeologico. Gran parte della Pianura Padana orientale, in particolare le province di Ferrara e Ravenna, si trova sotto il livello del mare e dipende da una rete di bonifica complessa e delicata, composta da canali artificiali e impianti idrovori, che richiede manutenzione costante per garantire la sicurezza del territorio.

Questa vulnerabilità naturale si somma a decenni di urbanizzazione intensa e non sempre sostenibile, che hanno ridotto le aree naturali di esondazione e aumentato l’impermeabilizzazione del suolo. Le zone industriali e residenziali hanno occupato spazi che un tempo consentivano ai fiumi e ai torrenti di espandersi temporaneamente durante le piene, contribuendo oggi a un rischio alluvionale più elevato.

Sebbene negli ultimi anni siano stati attivati interventi regionali finanziati dai fondi europei FESR (2021-2027) e progetti locali di rinaturalizzazione e miglioramento idraulico, la portata degli investimenti rimane inferiore ai bisogni effettivi. A livello nazionale, il fabbisogno stimato per mettere in sicurezza il territorio italiano supera i 26 miliardi di euro, mentre i finanziamenti effettivamente stanziati per la prevenzione restano ancora limitati a qualche centinaio di milioni di euro l’anno.

Il cambiamento climatico sta accelerando più velocemente della capacità di risposta del territorio. I fenomeni estremi odierni superano in frequenza e intensità le condizioni per cui molte delle infrastrutture attuali erano state progettate. Il risultato è che eventi un tempo eccezionali diventano emergenze sempre più frequenti, trovando spesso territori impreparati ad affrontarli.

Gli effetti degli eventi estremi anche sulle polizze

Gli eventi atmosferici che sempre più frequentemente colpiscono il territorio stanno spingendo molti automobilisti e motociclisti a valutare di inserire nelle proprie polizze di Responsabilità Civile anche la garanzia accessoria Eventi atmosferici.

Se un tempo questa copertura poteva apparire opzionale, oggi è percepita come una protezione indispensabile per chi vive in una delle aree più esposte d’Italia. Ma proprio questo crescente interesse, sommato all’aumento dei sinistri effettivamente liquidati a causa di grandinate, alluvioni e trombe d’aria, sta contribuendo a far salire i prezzi medi di questa copertura.

I dati dell’analisi condotta dal noto comparatore di assicurazioni Facile.it lo dimostrano chiaramente: in Emilia-Romagna, il premio medio per proteggere la propria auto dagli eventi atmosferici ha raggiunto, nel secondo semestre dello scorso anno, i 246,93 euro, superando di oltre 27 euro la media nazionale, che si ferma a 219,70 euro. La differenza si fa ancora più evidente nel segmento moto: nel Nord-Est, macroarea in cui la regione è inserita e che condivide criticità simili, il prezzo medio per la stessa garanzia sale a 264,05 euro, ben 44 euro sopra la media italiana. È una conferma ulteriore di quanto i mezzi parcheggiati all’aperto nelle città e nei paesi emiliano-romagnoli siano vulnerabili a grandine e forti raffiche di vento.

Come tutelarsi ottimizzando i costi?

In un contesto in cui proteggere il veicolo dai danni causati da grandine o alluvioni comporta un esborso più elevato rispetto ad altre regioni, la comparazione tra le diverse offerte assicurative diventa uno strumento essenziale per trovare soluzioni economicamente sostenibili.

I portali specializzati come Facile.it offrono un supporto concreto in questa direzione: consentono di confrontare in modo rapido e trasparente le proposte delle principali compagnie, dando modo di individuare rapidamente quelle che includono questa garanzia a condizioni più vantaggiose, considerando caratteristiche come l’entità della copertura, eventuali limitazioni e modalità di liquidazione del danno. Attraverso questi strumenti è possibile ottimizzare il rapporto tra costo e protezione, personalizzando la polizza in base alle proprie reali esigenze.

Una responsabilità condivisa: cittadini, imprese, istituzioni

Naturalmente, la gestione del rischio climatico nella regione è una sfida che coinvolge tutti: istituzioni pubbliche, cittadini e imprese.

Le amministrazioni locali e nazionali hanno il compito di potenziare le infrastrutture di prevenzione: dalle opere idrauliche alla gestione del territorio, dai sistemi di allerta precoce fino alla manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo fluviale. Allo stesso tempo, i cittadini dovrebbero adottare comportamenti più consapevoli, per prendersi cura al meglio dei propri beni e del territorio in cui vivono.

In questo scenario, la collaborazione tra pubblico e privato diventa fondamentale per costruire una resilienza concreta di fronte a fenomeni che ormai non possono più essere considerati eccezionali. Solo attraverso un’azione condivisa sarà possibile ridurre l’esposizione al rischio e contenere, nel lungo periodo, i costi sociali ed economici della crisi climatica.

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