La Rete Democratica e Antifascista di Cesenatico esprime solidarietà alle Cucine Popolari di Cesena dopo gli attacchi dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Marco Casali e Andrea Imperato.
“Queste dichiarazioni non ci lasciano indifferenti, ma nemmeno ci sorprendono viste le politiche messe in campo dallo stesso Governo centrale a sfavore dei più deboli. Le Cucine Popolari rappresentano un faro di speranza e umanità per il nostro territorio, testimoniando come l’impegno collettivo possa trasformare le vite e rafforzare il tessuto sociale. Da anni, grazie al lavoro instancabile di decine di volontarie e volontari, queste realtà offrono molto più di un semplice pasto caldo: forniscono ascolto, supporto e un senso di dignità a chi si trova in situazioni di difficoltà o emarginazione”, dichiara Francesco Occhipinti, coordinatore della Rete Democratica e Antifascista di Cesenatico.

“Il loro operato va ben oltre il soddisfacimento di un bisogno primario; essi contribuiscono alla creazione di legami, favorendo una comunità più coesa, inclusiva e giusta. In questo contesto, è inaccettabile che esperienze così preziose vengano attaccate con insinuazioni strumentali e pretestuose, cercando di screditare il valore sociale di chi ogni giorno si impegna per il bene comune. Tali attacchi non solo danneggiano un progetto virtuoso, ma colpiscono anche le persone a cui è dedicato, minacciando la solidarietà che dovrebbe caratterizzare la nostra società – continua Occhipinti – In questo momento di difficoltà esprimiamo il nostro pieno e convinto sostegno al direttivo delle Cucine Popolari di Cesena e a tutti i volontari e le volontarie che, con il loro coraggio e la loro dedizione, rappresentano il volano di cambiamento necessario per la nostra comunità. A loro va la nostra solidarietà e gratitudine, non solo per il cibo che offrono, ma per il calore umano e il rispetto che infondono in ogni gesto. Insieme, possiamo continuare a costruire una società più giusta e solidale”.
Sul caso lo storico Matteo Banzola ha scritto una lettera aperta: “Gli storici non hanno solo il dovere di ricordare agli altri ciò che tendono a dimenticare, hanno anche il dovere di intervenire quando le circostanze lo richiedono. E quello che sta accadendo alle Cucine Popolari non può lasciarmi indifferente. Non posso non intervenire. Ho letto il comunicato del partito maggiore dell’opposizione; un comunicato privo di contenuti concreti. L’impostazione, il contenuto e lo stile di quello scritto confermano quanto ci sarebbe bisogno di conoscere la storia: mancando argomenti probanti, vi si fanno insinuazioni; ma gli estensori del comunicato non si sono accorti che accusano Elena Baredi esattamente di quel che un politico ha l’obbligo di fare: affrontare e risolvere problemi. E le Cucine Popolari, con la loro stessa esistenza, testimoniano di un problema enorme, drammatico e diffuso: quello della povertà e delle difficoltà di alimentarsi. Elena Baredi e i 200 volontari delle Cucine si sono fatti carico di trovare una soluzione ad una emergenza e hanno dimostrato di sapere come affrontarla. Che gli elettori premino chi con impegno, dedizione e capacità dimostra di saper fare il proprio mestiere è del tutto ovvio e scontato”.