Un amico a quattro zampe, che sia cane o gatto, può essere un prezioso aiuto per non sentirsi soli e per affrontare momenti di difficoltà. Lo è ancora di più nel caso di anziani e persone con disabilità.

Con questa consapevolezza la Giunta regionale ha dato il via libera alla disciplina per l’accesso di animali d’affezione di proprietà nelle strutture e servizi residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili: un provvedimento adottato nell’ambito delle Linee operative per la gestione integrata del binomio persona-animale da compagnia, redatte da un gruppo di lavoro interdisciplinare.

Una novità per i servizi sociosanitari dell’Emilia Romagna. Che tiene conto sia di numerosi studi che confermano come gli animali contribuiscano attivamente al benessere psicofisico dei loro “umani” in termini di riduzione dell’ansia e dello stress, di facilitazione del movimento fisico e di formazione di emozioni positive, sia di come la sensibilità nei confronti degli animali sia molto aumentata.

“Con questa delibera – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi – l’Emilia Romagna fa un passo importante verso il riconoscimento del valore affettivo e terapeutico degli animali da compagnia. Sarà un accesso regolato e sicuro. Cani e gatti creano legami unici con i proprietari. Per questo, anche in condizioni di fragilità, quel legame non va spezzato, ma coltivato per il benessere psicofisico degli ospiti”.

Gli animali da compagnia, infatti – come specificano le Linee operative regionali – arricchiscono la vita degli anziani, perché migliorano il loro benessere psicologico, li aiutano a sentirsi meno soli e ad avere un ruolo utile nei confronti dell’animale. Lo stesso vale per le persone con disabilità, per le quali l’attività con un animale è un intervento riabilitativo perché crea un legame emotivo che rompe qualsiasi tipo di barriera e crea un rapporto di interdipendenza affettiva importantissima per l’aiuto terapeutico. Discorso simile anche per gli utenti dei Dipartimenti delle dipendenze patologiche, per i quali il cane o il gatto rappresenta l’unica forma di legame significativo al momento della cura, oltre che uno stimolo all’adesione al piano terapeutico e un supporto durante il percorso sanitario. Ma ci sono anche altri target specifici a cui guarda il provvedimento voluto dalla Regione: le famiglie problematiche con minori, la fascia di popolazione indigente e le famiglie maltrattanti: è il caso, ad esempio, delle Case rifugio per le donne che hanno subito violenza, che se con animali al seguito devono poter contare su strutture idonee e operatori con competenze specifiche.

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Il compito delle strutture.

Saranno le singole strutture a definire con un regolamento l’accesso di cani e gatti nelle aree esterne, negli spazi comuni interni come sala d’attesa, corridoi, terrazze, soggiorno, giardino e anche nei reparti di degenza ma non nelle camere, tranne in alcuni casi eccezionali.

Per l’accesso con l’animale il paziente o i suoi familiari devono fare richiesta scritta alla direzione o al coordinatore della struttura. Cani e gatti devono essere iscritti all’anagrafe animali d’affezione, occorre essere in possesso dell’assicurazione civile per danni contro terzi e del libretto sanitario. I cani devono essere portati con guinzaglio e museruola, che può essere tolta durante l’incontro con l’ospite. I gatti vanno portati col trasportino e liberati, ma comunque tenuti al guinzaglio, una volta raggiunto l’ospite. Eventuali deiezioni vanno raccolte e pulite. Responsabili degli animali restano i padroni, che devono essere in grado di gestirli e averne il pieno controllo.

La struttura ha il compito di predisporre protocolli di igiene e pulizia straordinaria dopo ogni visita. Le visite dell’animale non devono essere consentite mentre l’ospite consuma il pasto e non è permesso condurre gli animali nei servizi igienici, vicino ai carrelli del vitto, delle medicazioni, della terapia.

Le Linee operative predisposte dalla Regione sono prioritariamente indirizzate ai soggetti istituzionali a diverso titolo competenti in questo ambito, che sono chiamati ad operare in stretta sinergia tra loro. In particolare, la presa in carico e la gestione di interventi che interessano pazienti con animali da compagnia deve poter coinvolgere, in modo integrato: il Dipartimento dipendenze patologiche, il Dipartimento cure primarie, i Distretti Sociosanitari Territoriali, il Centro Salute mentale, il Centro liberiamoci dalla Violenza, i Servizi sociosanitari per anziani e disabili, il Dipartimento di Sanità Pubblica (Igiene Pubblica e Servizio Veterinario) delle Ausl; i Servizi sociali del Comune o dell’Unione di competenza che hanno in carico il soggetto o la famiglia; gli Uffici diritti animali/ambiente o altro servizio/ufficio che si occupa di questa tematica del Comune o dell’Unione di competenza; le Polizie locali del Comune o dell’Unione di competenza; il Terzo settore in convenzione e operante sul territorio.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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