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Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 3 settembre, in occasione dell’ottantunesimo anniversario dell’eccidio della Rocca, una delegazione delle sezioni ANPI di Cesena e Cesenatico ha voluto ricordare gli otto partigiani (Adamo Arcangeli, Gino Cecchini, Urbano Venanzio Fusconi, Gino Quadrelli, Sebastiano Sacchetti, i fratelli Urbano e Gino Sintoni, Oberdan Trombetti) fucilati dai fascisti allo sferisterio della Rocca di Cesena, recandosi sul luogo e deponendo un mazzo di fiori sotto la lapide che li ricorda. Oggi più che mai, a fronte del recente episodio avvenuto all’esterno della sede di Casapound, è importante che nella nostra città si riaffermino quei valori di antifascismo, libertà e democrazia per i quali tante e tanti giovani hanno dato la vita.

Siamo consapevoli che per fare questo non sono sufficienti le cerimonie, ma è indispensabile la mobilitazione delle cittadine e dei cittadini e l’impegno delle istituzioni per far sì, tra le atre cose, che non esistano luoghi, in una città insignita della Medaglia d’argento al valor militare, in cui nostalgicamente trovano spazio razzismo e violenza.

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Eccidio della Rocca

Nella seconda metà di agosto del 1944, le Brigate Nere riuscirono, grazie alla collaborazione di alcuni delatori, tra cui un ex partigiano catturato (secondo alcuni testimoni poteva trattarsi di un infiltrato), a intercettare un gruppo di marinai disertori che volevano unirsi alle formazioni partigiane e che vennero uccisi il 18 agosto 1944 al ponte di Ruffio. Vennero anche individuati numerosi membri dei GAP della zona di Cesenatico. Nei giorni attorno al 20 agosto 1944 i fascisti arrestarono Urbano e Gino Sintoni nella loro abitazione di Villalta di Cesenatico. Sebastiano Sacchetti, Oberdan Trombetti, Gino Quadrelli e Gino Cecchini furono invece catturati nella casa di quest’ultimo a Bagnarola di Cesenatico. I quattro uomini erano fra i responsabili dell’affondamento di due barconi nel porto canale di Cesenatico, risalente al luglio 1944, attuato per evitare che i barconi fossero fatti affondare dai tedeschi all’entrata del porto al fine di impedire agli alleati l’ingresso per mare a Cesenatico. Urbano Fusconi fu catturato a San Giorgio il 22 agosto 1944, quando i fascisti irruppero a casa del colono Colombo Barducci dove si era da poco conclusa una riunione di antifascisti, uccidendo lo stesso Barducci ed Ernesto Barbieri, responsabile del CLN di Cesena. Tra gli arrestati di quei giorni vi furono anche Adamo Arcangeli, Dino Ricci, Dario e Clara Sintoni, fratello e sorella di Gino e Urbano, Iris Casadio, cognata dei Sintoni. Antonio Sintoni, marito di Iris e fratello di Gino e Urbano, riuscì a fuggire. In una relazione del settembre 1944 per il capo della provincia di Forlì stesa dal segretario del fascio di Cesena Guido Garaffoni, alla testa delle Brigate Nere nelle operazioni di agosto 1944, si nominano tra gli arrestati, grazie alle delazioni: Maria di Lorenzo, Afra Montanari, Giovanna Brandolini, Giuseppina Manuzzi, Pia Battistini, Mario Lumini, Giulio Pellicciari, Quinta Buccelli, Ester Buccelli, Armando Faraoni, Elmo Farnedi, Romeo Motta, deportati in Germania. Adamo Arcangeli, Gino Cecchini, Urbano Venanzio Fusconi, Gino Quadrelli, Sebastiano Sacchetti, i fratelli Urbano e Gino Sintoni, Oberdan Trombetti furono condotti alla Rocca Malatestiana di Cesena e, dopo essere stati interrogati e torturati, la sera del 3 settembre 1944 furono portati, legati con un’unica fune, nello sferisterio della Rocca e fucilati.

I caduti dello sferisterio della Rocca sono ricordati anche in un monumento del cimitero di Cesenatico.

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