Gino Cecchettin: il ricordo di Giulia e l’impegno per una cultura del rispetto
Gino Cecchettin affronta il dolore per la perdita della figlia, Giulia Cecchettin, con un messaggio di onore per la vita e di rifiuto dell’odio. Intervistato alla Summer School della Scuola di Politiche, ha condiviso la sua esperienza e i principi che lo guidano.
La gestione del dolore e l’importanza del perdono
Il dolore per la scomparsa di Giulia è una costante, ma Cecchettin ha imparato a “lasciare andare”. Questo percorso è stato possibile anche grazie al supporto di sua figlia Elena Cecchettin, che ha saputo comprendere le dinamiche che hanno portato alla tragedia. Gino Cecchettin ha spiegato di non riuscire a provare odio verso l’omicida, Filippo Turetta, e che questo gli ha permesso di incontrarlo e pronunciare il suo nome. Per Cecchettin, l’odio è un’emozione che danneggia sé stessi, mentre la compassione e l’aiuto verso gli altri dovrebbero guidare ogni azione.

La Fondazione Giulia Cecchettin: educare al rispetto e all’affettività
Durante l’intervista, Cecchettin ha presentato la Fondazione Giulia Cecchettin, nata con l’obiettivo di diffondere la cultura del rispetto e di educare alla gestione delle emozioni e all’affettività. Questo tema è cruciale, poiché l’ossessione del controllo mostrata da Filippo Turetta è stata la causa principale di questa tragedia.
L’obiettivo della fondazione e del libro scritto da Cecchettin è duplice: onorare la memoria di Giulia e “fare rumore” per prevenire che altre tragedie simili accadano. Il messaggio è chiaro: educazione, consapevolezza e rispetto sono strumenti essenziali per costruire relazioni sane e una società più sicura.